Truffa, sigilli al laboratorio del San Raffaele Giglio | Nell’inchiesta coinvolto anche l’ex ministro Fazio

di Redazione

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Truffa, sigilli al laboratorio del San Raffaele Giglio | Nell’inchiesta coinvolto anche l’ex ministro Fazio

| venerdì 08 Agosto 2014 - 15:37

La Guardia di Finanza ha sequestrato  l’intero complesso aziendale e il capitale sociale, del laboratorio di tecnologie oncologiche del San Raffaele Giglio di Cefalù del valore di oltre 20 milioni di euro, ora  affidati ad un amministratore giudiziario. È stata inoltre “bloccata” l’erogazione, da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, delle quote residuali di contributi concessi alla società (pari a circa 9 milioni).

Nell’inchiesta sono coinvolti l’ex ministro Ferruccio Fazio (Legale rappresentante del Laboratorio dal 2005 al 2008), Antonio Emilio Scala (attuale Legale Rappresentante del Laboratorio) e Maria Cristina Messa (Responsabile dei progetti di ricerca e formazione), accusati di aver illecitamente percepito, attraverso la società Lato, ingenti contributi pubblici. Le accuse sono di truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione Europea e falso in atto pubblico. Nell’ambito dell’inchiesta lo scorso luglio, era stato disposto il sequestro per equivalente della società.

Le indagini, avviate d’iniziativa dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria e successivamente coordinate dalla Procura – dice la Gdf – di Palermo, si sono concentrate su 3 domande di finanziamento “pubblico” presentate, nell’ambito del Fondo Agevolazione Ricerca, dalla Lato di Cefalù.

Il primo contributo ha per oggetto la ricerca di nuove tecnologie diagnostiche per la cura dei tumori e la formazione di ricercatori e tecnici di laboratorio da qualificare nello studio di tali tecnologie. Il secondo riguarda lo studio ed il trattamento dei tumori del seno mediante tecniche altamente innovative. Per il terzo progetto – concesso dal Miur per lo sviluppo di capacità diagnostiche e terapeutiche attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie – nonostante la società abbia omesso di presentare la documentazione (sia di natura tecnico-scientifica sia di natura amministrativo-contabile) attestante la sua realizzazione, sono già stati erogati più di 7 milioni di euro. Relativamente ai primi due progetti, dagli accertamenti delle Fiamme Gialle è emerso che la società ha ottenuto i contributi pubblici attraverso la predisposizione e il successivo, sistematico utilizzo di documenti ideologicamente falsi.

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