È morto l’ex pilota di F1 Andrea De Cesaris | Schianto fatale sul Raccordo Anulare di Roma

di Redazione

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È morto l’ex pilota di F1 Andrea De Cesaris | Schianto fatale sul Raccordo Anulare di Roma

| lunedì 06 Ottobre 2014 - 07:46

Stava viaggiando in sella alla sua moto quando ha perso il controllo e si è schiantato. È morto così l’ex pilota di F1, Andrea De Cesaris, sul Grande raccordo anulare di Roma, all’altezza della Bufalotta. Nell’impatto non sarebbero stati coinvolti altri veicoli.

Aveva 55 anni. Ha gareggiato fino al 1994. Oltre 200 Gran premi disputati al volante di una Formula 1, sulle piste di tutto il mondo, una serie interminabile di incidenti, non lo avevano scalfito.

In un giorno drammatico per l’automobilismo sportivo, e in particolare per la F1 che resta con il fiato sospeso per le condizioni di salute di Jules Bianchi, l’ex pilota romano è deceduto per una tragica fatalità.

Il debutto nel “circus” risale al 1980. Come molti suoi colleghi proveniva dal mondo del karting. La sua aggressività gli aveva fatto meritare l’appellativo di “Mandringo”. Il primo Gp lo ha disputato in Canada, sul circuito di Montreal, al volante dell’Alfa Romeo 179C: del team fa parte anche Bruno Giacomelli. Dopo un’impressionante qualifica (8/o in griglia), De Cesaris è costretto al ritiro per un problema al cambio.

Nel 1981 De Cesaris viene ingaggiato dalla McLaren, passata sotto la guida di Ron Dennis e del ds John Barnard. Nel Gp di San Marino, a Imola, De Cesaris conquista al termine della gara un prezioso 6/o posto. È il suo primo piazzamento a punti in F1. Successivamente viene sostituito da Niki Lauda, al rientro in F1 dopo due titoli iridati con la Ferrari.

Conclusa la deludente stagione 1981 alla McLaren, De Cesaris torna all’Alfa Romeo, il team che lo aveva lanciato in F1 un anno prima. È un grande rientro. Al Gp degli Stati Uniti, De Cesaris conquista la prima e unica pole della carriera, proprio davanti a Lauda. In gara, pero’, lo ferma il solito incidente. La sua carriera in F1 si chiude nel 1994, sull’Alfa Romeo (con la quale conquista un secondo posto nel Gp del Sudafrica 1983), ma aveva anche guidato la Ligier, la Minardi, la Brabham, la Dallara, la Rial, la Jordan, la Tyrrell e una Sauber.

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