Consulta, ancora una fumata nera | Il voto tra tweet e provocazioni

di Nadia Palazzolo

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Consulta, ancora una fumata nera | Il voto tra tweet e provocazioni

| martedì 14 Ottobre 2014 - 15:24

Ennesima fumata nera per l’elezione di due giudici costituzionali e un membro laico del Csm da parte del Parlamento riunito in seduta comune. Per entrambe le votazioni (per la Consulta si tratta del 18/mo scrutinio) è richiesto il quorum dei 3/5 dei componenti dell’Assemblea. La settimana scorsa la fumata nera aveva interessato il ticket (sponsorizzato da Pd e Fi) Luciano Violante-Francesco Ignazio Caramazza. Quest’ultimo aveva poi fatto un passo indietro “per evitare ulteriori coinvolgimenti in manovre che considero non in linea con il corretto funzionamento delle Istituzioni”.

I parlamentari del Pd hanno votato scheda bianca. Indicazione arrivata ai parlamentari via sms, come spiegato da Civati su Twitter. Scheda bianca anche per i senatori e i deputati di FI e del Nuovo centrodestra.

Racconto “social” di quanto avvenuto in Parlamento anche da parte del deputato Movimento Cinque Stelle Andrea Colletti, che ha postato la fotografia della scheda. “Due nomi di illustri giuristi  – scrive – per la Consulta”. E si leggono i nomi di Denis Verdini e del ministro Maria Elena Boschi.

 

Il presidente del Senato Piero Grasso risulta il più votato per la Corte costituzionale. Gli sarebbero arrivati oltre che dalla Lega anche dal Movimento Cinque stelle, in modo provocatorio. Le schede bianche sono state 524, 37 le nulle. Trentasei i voti dispersi. “Prendiamo atto – commenta il presidente dei senatori del Carroccio Marco Centinaio – che il ‘nostro’ candidato è stato senz’altro il piùforte di tutti, visti i voti che ha raccolto in maniera trasversale tra le forze politiche. Siamo rammaricati quindi che il presidente Pietro Grasso non ce l’abbia fatta. Avremmo raggiunto due risultati: riportare il Parlamento a compiti e mansioni più utili per la comunità e sostituire il presidente del Senato con qualcuno imparziale e finalmente autorevole piuttosto che autoritario”.

E sempre con un cinguettio Civati pronostica: l’elezione “tra qualche anno”. “Probabilmente  – scrive anche sulla sua pagina Facebook – il Parlamento riuscirà ad eleggere i giudici costituzionali tra qualche anno, tra due legislature, forse anche tre. Johnny Violante sarà il candidato, nipote del già noto Luciano. Johnny mentre scrivo sta frequentando le scuole elementari. Al momento della sua elezione, la Costituzione si sarà già ridimensionata, riducendosi a pochi articoli, che ci stanno in un tweet. Per semplificare, sburocratizzare, sbloccare, spianare, asfaltare. Il compito del giudice costituzionale sarà ancora autorevole ma molto alleggerito. Con il sollievo di tutti #‎sischerza‬ ‪#‎epperò‬“.

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