Ast, i lavoratori occupano il Comune di Terni | Chiesto il blocco delle attività istituzionali

di Redazione

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Ast, i lavoratori occupano il Comune di Terni | Chiesto il blocco delle attività istituzionali

| mercoledì 22 Ottobre 2014 - 18:25

I lavoratori dell’Ast hanno occupato la sala del Consiglio comunale di Terni. Un centinaio hanno preso posto sui banchi chiedendo il blocco delle attività istituzionali e di incontrare il sindaco Leopoldo Di Girolamo. La protesta è stata attuata dopo la proclamazione dello sciopero a oltranza come risposta alla riduzione della turnistica.

È stato inoltre deciso di attuare presidi fissi dei lavoratori anche davanti a Comune e prefettura, oltre che alle portinerie della fabbrica. Iniziative comunicate dalle rsu nel corso di un’assemblea che si è tenuta in viale Brin, che è stato chiuso al traffico per oltre mezz’ora.

I rappresentanti dei lavoratori hanno annunciato che lo sciopero proseguirà almeno fino a domenica, ma venerdì verranno decise ulteriori iniziative di lotta. L’obiettivo – è stato detto – è quello di “alzare il livello mediatico” della protesta, portandola “fuori dalla regione e dalla nazione”.

Le rsu hanno anche comunicato che stamattina l’azienda ha giustificato la riduzione dei turni con l’insufficienza degli organici dopo la decisione di 103 lavoratori di accettare mobilità e licenziamenti incentivati. Le rsu ribadiscono però che in “questa fase straordinaria non si può discutere dell’abbassamento della turnistica”.

“Sono favorevole ad andare ad Essen (in Germania dove c’è la sede della ThyssenKrupp – ndr) e il primo pullman lo pago io”: il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo lo ha detto agli operai dell’Ast che hanno occupato la sala del Consiglio comunale. Iniziativa che andrà avanti a oltranza, 24 ore su 24. Di Girolamo ha poi proposto una campagna di boicottaggio. “Non si devono vendere – ha detto – prodotti Tk in Italia. Bisogna alzare il tiro”. Il sindaco ha anche annunciato la disponibilità al blocco delle attività istituzionali non urgenti, come chiesto dai lavoratori.

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