Sicilia, azzerata la Giunta regionale | Sfiducia a Crocetta dal centrodestra e dal M5S

di Redazione

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Sicilia, azzerata la Giunta regionale | Sfiducia a Crocetta dal centrodestra e dal M5S

| mercoledì 22 Ottobre 2014 - 16:31

Il governatore siciliano Rosario Crocetta ha revocato gli incarichi agli assessori della giunta. Lo ha riferito ufficialmente con una lettera trasmessa alla Presidenza dell’Assemblea regionale siciliana.

Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone ha aperto la seduta intorno alle 16 e in Aula ha letto la nota del presidente Crocetta: “Mi preme comunicare alla signoria vostra – si legge nella lettera – che in data odierna provvederò a definire le procedure di revoca degli assessori regionali”. Nella lettera c’è anche scritto che Crocetta si impegna a dare ulteriori comunicazioni domattina.

“Mi sembra opportuno in questa fase accantonare le questioni che hanno rilevanza politica – ha continuato Ardizzone – mi riferisco all’elezione del vicepresidente dell’Ars e alla necessità di soprassedere sulla mozione di censura. Non mi sembra logico procedere alla mozione di censura se non sappiamo se Nelli Scilabra sarà ancora assessore dopo l’azzeramento della Giunta”.

“Regola e logica – ha continuato Ardizzone – vuole che ad essere eletto sia un deputato dell’opposizione, ma poiché si metterebbero in gioco questioni attinenti al governo e alla sua composizione, l’aula è sovrana, il voto è segreto, andranno rispettate le decisioni del consiglio di presidenza che ha indicato un deputato dell’opposizione”.

All’ordine del giorno della seduta dell’Aula infatti c’erano l’elezione del vicepresidente dell’Ars e le mozioni di censura nei confronti degli assessori Nelli Scilabra e  Linda Vancheri, rispettivamente alla Formazione e alle Attività Produttive. L’azzeramento formale della giunta renderà però nulli gli atti: l’Aula ha quindi approvato la proposta di Ardizzone e ha deciso di sospendere i procedimenti.

“Se parliamo di revoca di assessori non mi sembra logico procedere alla mozione di censura” ha detto Ardizzone che ha proposto di analizzare i ddl sulla meccanizzazione agricola e forestale e di votare il ddl sull’impignorabilità della prima casa.

Su proposta del presidente Giovanni Ardizzone, l’Ars ha iniziato la votazione finale del disegno di legge sulla impignorabilità della prima casa, il cui articolato è stato approvato nei giorni scorsi. Subito dopo la seduta parlamentare sarà chiusa per poi essere riaperta per incardinare il disegno di legge che dà copertura finanziaria alle attività di meccanizzazione agricola e forestale e assegnare il termine per la presentazione degli emendamenti.

“Entro stasera depositeremo la mozione di sfiducia al presidente Crocetta per mettere fine a questa pagliacciata” ha detto il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone, intervenendo durante la seduta parlamentare. Falcone ha informato l’aula che la mozione è stata firmata “anche dai colleghi del Mpa, del Pid e del Ncd con Francesco Cascio e Nino D’Asero”.

Agli uffici della segreteria generale dell’Ars è stata depositata formalmente la mozione di sfiducia al governo di Rosario Crocetta. A ufficializzarlo, in una improvvisata conferenza stampa a Palazzo dei Normanni, sono i capigruppo e alcuni deputati delle opposizioni. Sulla mozione ci sono 25 firme (18 il numero minimo) di Forza Italia, Ncd, Pid, Lista Musumeci, Mpa.

“Con la mozione di sfiducia al presidente Crocetta lanciamo anche una sfida al Pd. La mozione è stata firmata da 25 deputati, aspettiamo la firma di un collega oggi assente, a queste firme bisogna aggiungere le 14 dei 5stelle, che presenteranno la loro mozione di sfiducia. Dunque, sono 40 le firme per la sfiducia, ne mancano 6 dunque in aula perché l’atto parlamentare passi”. L’ha detto il capogruppo del Pid-Cp, Toto Cordaro, durante la conferenza stampa del centrodestra di presentazione della mozione di censura al governatore Crocetta.

In Aula non sono mancati i disordini. Dopo che il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha letto la nota con la quale il governatore Rosario Crocetta ha comunicato di stare provvedendo alla revoca degli incarichi in giunta, gli unici due assessori presenti, Nico Torrisi e Paolo Ezechia Reale, sono stati invitati da alcuni deputati dell’opposizione a lasciare i banchi del governo. Torrisi e Reale a quel punto hanno abbandonato gli scranni, ma il presidente Ardizzone li ha invitati a tornare ai propri posti.

Nel frattempo il deputato regionale Giambattista Coltraro ha lasciato il gruppo parlamentare del Megafono ed è passato ad Articolo 4.

Dopo circa un’ora e mezza dall’apertura della seduta, l’Ars ha votato all’unanimità con 73 voti favorevoli il disegno di legge voto sulla impignorabilità della prima casa. La seduta doveva essere sospesa e poi ricominciare subito dopo ma si è deciso di rinviarla domani alle 12 per procedere alla votazione del ddl sulla meccanizzazione agricola. Lo ha deciso il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, prima di sospendere i lavori.

Sarà, invece, la Conferenza dei capigruppo, convocata per martedì prossimo, a decidere quando discutere le mozioni di sfiducia nei confronti del presidente della Regione, Rosario Crocetta. Quella del centrodestra è stata già depositata, mentre domani sarà depositato il documento del Movimento 5 stelle.

“La nostra mozione di sfiducia è un atto che facciamo con profonda serietà. Nessuno pensi che il Movimento 5stelle giochi col futuro dei siciliani, questo governo deve andare a casa perché è questo che ci chiedono i cittadini fuori dal Palazzo”. L’ha detto il capogruppo dei 5stelle all’Ars, Valentina Zafarana, in una conferenza stampa improvvisata dai grillini a Palazzo dei Normanni subito dopo quella organizzata dal centrodestra che ha formalizzato la sua mozione di sfiducia.

Il M5s presenterà la propria mozione di sfiducia a Crocetta domani mattina. Oltre alle 14 firme dei deputati pentastellati, l’atto è stato firmato anche da alcuni deputati del centrodestra, in questo modo è stato raggiunto il quorum necessario per regolamento. Per il 5 stelle Giancarlo Cancelleri “non è solo Crocetta il responsabile di quanto accaduto in questi anni, se non fosse stato per il M5s e i gruppi del centrodestra il governo sarebbe rimasto immobile per le faide interne alla maggioranza legate alle poltrone”. “Ci siamo ritrovati noi assieme al centrodestra a fare le leggi”, ha aggiunto Cancelleri.

Dal M5s e dal centrodestra è partito un appello ai ‘cuperliani’ del Pd affinché votino la mozione di sfiducia al governatore Rosario Crocetta, quando il provvedimento arriverà in aula. Le opposizioni al momento contano su 39 firme apposte nelle due mozioni, la prima del centrodestra e la seconda del M5s, che saranno unificate (manca la firma del deputato Mpa Cataldo Fiorenza, oggi assente a Palazzo dei Normanni). In aula serviranno 46 voti per l’approvazione della sfiducia e il ritorno alle urne. “Faccio appello ai cuperliani – dice il deputato 5stelle Giancarlo Cancelleri – Se il giorno del voto non avranno la forza di venire in aula li andrò a prendere io a casa e gli offrirò pure il pranzo”.

“In Sicilia oggi va in scena l’ennesimo teatrino. Crocetta e l’Ars, dopo mesi passati a dibattere di mozioni, sfiducie, censure si apprestano a dar compimento all’ennesima svolta. Saranno ridisegnati equilibri e cambieranno poltrone, ma la Sicilia, con la sua drammatica realtà sociale ed economica, è fuori da tutto questo. Fuori dalla trattativa tra partiti restano le emergenze, i rischi ambientali, la politica industriale, un nuovo modello di welfare, la politica (quella capace di ipotizzare soluzioni e ridare fiato e speranze a imprese e lavoratori). Sel non intende più commentare quanto avviene nelle stanze di un potere fine a se stesso”. “Non considera più il Palazzo -aggiunge la nota di Sel – un possibile interlocutore politico. Ma staremo fuori dai giochetti e dalle alchimie del Governo e dell’intera Ars insieme ai lavoratori che difendono il proprio lavoro e la propria dignità, ai giovani ingannati dai progetti dell’assessorato alla formazione, alle donne costrette a estenuanti viaggi per raggiungere un punto nascita, agli enti locali oramai impossibilitati a far fronte anche alle spese ordinarie. La politica oramai non abita più a Palazzo dei Normanni o a Palazzo d’Orleans. È altrove. La Sicilia è #FuoriDalPalazzo”.

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