Legge di Stabilità, Governo e Anci a confronto | L’esecutivo pensa alla nascita di una “local tax”

di Redazione

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Legge di Stabilità, Governo e Anci a confronto | L’esecutivo pensa alla nascita di una “local tax”

| mercoledì 29 Ottobre 2014 - 16:45

“In prospettiva faremo una local tax al posto della miriade di tasse e tributi”. Così il premier Matteo Renzi nel corso dell’incontro con i Comuni sulla legge di Stabilità. Il vertice è stato convocato su richiesta del presidente dell’Anci Piero Fassino, che aveva auspicato un confronto diretto con l’Esecutivo. Presenti, tra gli altri, il vicepresidente Alessandro Cattaneo, i sindaci di Roma Ignazio Marino, di Milano Giuliano Pisapia, di Firenze Dario Nardella, di Catania Enzo Bianco, di Ascoli Piceno Guido Castelli, di Varese Attilio Fontana, di Pesaro Matteo Ricci e Vicenza, Achille Variati.

“Alle autonomie locali  – ha detto Renzi – chiediamo un contributo, diverso fra Comuni e Province. Non accettiamo che ci sia l’idea che la provincia rimanga ad essere un soggetto con tutte le titolarità e i soldi del passato. Va indebolito il peso politico delle province a vantaggio del ruolo dei sindaci nel rapporto con le regioni”.

In relazione alla Manovra Renzi ha sottolineato che l’esecutivo intende “mantenere questi saldi”,  ma è pronto a valutare eventuali “controproposte entro questo perimetro”.

Il premier ha poi ribadito che “il governo ha cominciato ad aggredire la spesa centrale, presto online ogni singolo centesimo di spesa dei ministeri”.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio ha ammesso che sono emerse “notevoli divergenze di calcolo sull’impatto che la manovra avrà sui Comuni. Si è deciso, perciò, in tempi rapidissimi di istituire un tavolo tecnico di approfondimento con un primo incontro settimana prossima”.

“La nostra valutazione – ha spiegato Fassino – è che 1,2 miliardi di tagli più 300 milioni dovuti dalle passate manovre, più l’impatto che deriva dal Fondo per i crediti di difficile esigibilità oltre alla nuova contabilità dal 1 gennaio 2015 e altre misure, causano un intervento a carico dei comuni per 3,5-3,7 miliardi. Il governo ha valutazioni diverse, per questo ci metteremo intorno ad un tavolo per vedere se le cifre sono giuste e per cercare di arrivare a un punto di condivisione”. “Le città metropolitane – ha spiegato – hanno funzioni superiori a quelle delle vecchie province; tagliare risorse a chi dovrebbe fare più cose è una contraddizione. Le province di secondo grado hanno minori funzioni che vanno comunque assolte: altrimenti non possono fare nulla”. “Apprezzando poi il fatto che per la prima volta dopo 70 anni un governo stabilisca che le spese per gli uffici giudiziari siano a carico dello Stato e non dei comuni – ha proseguito il numero uno di Anci – facciamo notare che la nuova norma decorre dal settembre 2015; noi chiediamo che decorra a partire dal 1 gennaio 2015. Chiediamo inoltre che sia ripristinato il fondo per il finanziamento delle linee metropolitane delle grandi aree urbane che è stato accantonato: se si vogliono sostenere politiche di crescita bisogna mettere i comuni in condizioni per farlo. L’auspicio è che il confronto ci consenta di arrivare a comuni decisioni”.

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