Caso Nicole, il ministro: “Inapplicati i protocolli” | Malasanità, sarà istituita una task force

di Redazione

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Caso Nicole, il ministro: “Inapplicati i protocolli” | Malasanità, sarà istituita una task force

| mercoledì 18 Febbraio 2015 - 13:52

Il ministero della Salute istituirà una task force per le indagini contro la malasanità. Lo ha detto il ministro Lorenzin alla Camera durante il question time. ”Ho deciso di istituire una unità di crisi proprio per fare ispezioni nei casi di malasanità che saranno diverse da quelle effettuate fino ad oggi”.

Intanto ha lasciato l’ospedale Cannizzaro di Catania la mamma di Nicole, Tania Laura Egitto, che ieri era stata ricoverata per dei dolori addominali e per un forte malore. La donna, accompagnata dalla sorella e dalla suocera, è uscita dal nosocomio in auto senza lasciare dichiarazioni.

La paziente, si legge in un bollettino medico dell’ospedale Cannizzaro, è stata ricoverata nella giornata di ieri nel reparto di Ginecologia, per uno stato infiammatorio dovuto a colica renale. La terapia medica alla quale è stata sottoposta ha permesso di ottenere una risoluzione del quadro sintomatologico. Dato il miglioramento delle condizioni di salute, come concordato con il direttore dell’Unità Operativa, la paziente è tornata a casa.

I suoi pensieri li riserva per il suo profilo su Facebook: “Solo per te.. convinco le Stelle ….a disegnare nel cielo infinito qualcosa che somigli a te.. Solo per te.. cambierò pelle …. per non sentir le stagioni passare senza di te… Ti amo amore di mamma ora e sempre”, ha scritto. I funerali della piccola Nicole si svolgeranno domani a Mascalucia, nella chiesa di San Vito, e il nonno della bambina, ringraziando tutti per l’affetto, ha invitato chi volesse ad unirsi alla cerimonia.

Andrea Di Pietro, il papà della piccola Nicole, dopo avere incontrato il sindaco di Catania, Enzo Bianco, in municipio, ricorda la notte in cui è nata e morta sua figlia. Per lui dice che “ci sono state più negligenze” nel caso, ma “questo è un nostro pensiero, adesso dovrà essere la magistratura a chiarire quello che è veramente accaduto”. Il nonno materno della piccola, Mario Egitto, sostiene che i medici intervenuti di “non hanno fatto capire la gravità, ci dicevano di stare tranquilli e che Nicole doveva soltanto essere stabilizzata. Fino all’ultimo momento – ricorda commosso in lacrime – quando siamo arrivati a Ragusa ci avevano detto che non dovevamo preoccuparci, e soltanto dopo la mia insistenza ci hanno detto che la bambina era grave ed era morta”.

Nel frattempo, proseguono le indagini e le ricostruzioni di quanto è accaduto il giorno in cui è morta Nicole. “Nel caso della neonata morta a Catania non è stato applicato il protocollo previsto, ed è l’applicazione del protocollo per le urgenze che fa la differenza tra vivere e morire”, ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenendo al question time alla Camera. “Perché non c’era posto in ospedale? – ha proseguito Lorenzin – eppure i posti letto in Sicilia per terapia intensiva neonatale sono 114, 34 in più del valore previsto. Come mai erano tutti pieni? C’è quindi anzitutto un problema di appropriatezza del ricovero. Poi può accadere che un bambino non viene trattato perché non c’è un posto letto? No, c’è tutta l’assistenza che prevede la rete dell’urgenza”.

“L’ospedale chiama la rete dell’urgenza – spiega il ministro – e arriva l’ambulanza con culla neonatale e neonatologo a bordo che tratta immediatamente il bimbo, lo stabilizza, poi si decide il trasferimento in un ospedale. A Catania non c’è la rete dell’urgenza. È prevista dal 2010, è stata rinviata dalla Regione al 2014 e poi al 2015. Bisogna garantire la norma, applicare il protocollo, e non è stato applicato. E fa la differenza tra vivere e morire. Se non interverrà la Regione lo farà il ministero”.

Oggi, nel dibattito, è intervenuto anche il presidente della commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana, Pippo Digiacomo (Pd): “Ho ascoltato le conversazioni registrate delle telefonate tra la clinica Gibiino e gli operatori del 118, mi sono sentito male. Sono vomitevoli. Vorrei che i genitori della bambina non ascoltassero mai queste conversazioni – aggiunge Digiacomo – ma purtroppo questo accadrà e immagino il dolore che proveranno. Non pensavo che tutto questo potesse succedere in Sicilia, terra di accoglienza e dal grande cuore”.

 

 

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