Casamonica, via la licenza all’elicotterista | Il nipote: “Giudica solo Dio, non la politica”

di Redazione

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Casamonica, via la licenza all’elicotterista | Il nipote: “Giudica solo Dio, non la politica”

| venerdì 21 Agosto 2015 - 13:24

Indignazione, vergogna e rabbia. C’è questo e tanto altro nelle reazioni del mondo istituzionale e cattolico all’indomani delle scandalose celebrazioni del funerale del boss Vittorio Casamonica nella parrocchia di San Giovanni Bosco a Roma. Il primo a parlare è don Giancarlo Mattei, il parroco che ha celebrato la funzione: “Non sapevo fosse un criminale“.

“Non potevo tirarmi indietro – si difende Mattei al Messaggero – Non ero stato informato. Ho saputo solo all’ultimo cosa stava accadendo, quasi per caso. Avevo notato alcune incertezze negli occhi dei miei confratelli. Più di uno mi ha detto: ‘Allora, lo celebri tu?’ Io non mi sono tirato indietro. Cosa dovevo fare? Il perdono c’è per tutti”.

E sempre il parroco della chiesa Don Bosco, don Giancarlo Manieri, nel suo blog, rende noto che i parenti di Vittorio Casamonica hanno dato alla parrocchia un’offerta di 50 euro.

Il Vicariato intanto ha difeso la scelta di don Mattei: “Ha valutato in base alle norme del diritto canonico e non poteva rifiutare”. Anche se l’imbarazzo è tanto, aumentato dal fatto che proprio in quella parrocchia nel 2006 furono negati i funerali a Piergiorgio Welby, il malato di Sla che ricorse all’eutanasia, da parte dell’allora parroco don Giovanni Nonne.

Intanto l’Enac ha fatto sapere che disporrà la sospensione cautelativa della licenza del pilota ai comandi dell’elicottero che ieri ha lanciato petali di rosa durante il funerale. In una nota, l’Ente nazionale per l’aviazione civile sottolinea infatti che “non è stata data alcuna autorizzazione, da parte dell’Enac, al volo o al sorvolo della città di Roma”.

Il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha chiesto chiarimenti a questura, carabinieri, vigili urbani e Campidoglio. Si tratta di una richiesta formale inviata con una serie di lettere così da potere raccogliere tutti gli elementi necessari per inviare una relazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano.

“È accaduta una cosa grave, sono stati fatti errori ma Roma non è connivente – ha poi dichiarato Gabrielli a Famiglia Cristiana – Non è corretto parlare di una criticità riferita al luogo. Dico che è accaduta una cosa grave. Stigmatizzabile. Non doveva accadere. E invece è accaduta”.

Ed è arrivata tempestiva la risposta dei vigili urbani che sono intervenuti per “garantire la circolazione in quel quadrante della città che stava andando in tilt”.

E intanto emergono altri particolari. La carrozza usata per il trasporto della salma è la stessa usata per i funerali di Totò. Lo ha detto Ciro Cesarano, uno dei titolari dell’agenzia di onoranze funebri di Calvizzano, in provincia di Napoli, proprietaria del mezzo. “Affittiamo carrozze con i cavalli per i funerali quasi ogni giorno. Quella di ieri è la stessa utilizzata per le esequie di Totò”. “Abbiamo circa 300 richieste l’anno da tutta Italia” aggiunge.

Anche l’assessore alla Legalità di Roma Alfonso Sabella ha duramente criticato la scelta del Vicariato: “Certamente si poteva e si doveva evitare. Se non si è evitato è perché Roma non ha ancora gli anticorpi necessari per comprendere e prevenire cose di questo tipo: l’esistenza della mafia è stata negata fino a pochissimo tempo fa”.

E nel pomeriggio arrivano le dichiarazione del nipote del boss che si rivolge al ministro dell’interno Alfano: “Vittorio Casamonica Re di Roma? Nel gergo nostro, nella nostra cultura significa che per noi è un re, il nostro re di Roma. Dicono che era un boss. Mio zio era conosciutissimo perchè lui comprava e vendeva auto. Se n’è andata una parte del nostro cuore”.

“Quando se ne va qualcuno soltanto Dio giudica, non la politica – continua Luciano Casamonica,- Mafia? È tutta un’altra cosa – dice – Vittorio era una bravissima persona. Noi sapevamo che doveva morire e abbiamo fatto di tutto per accontentarlo: gli piacevano tanto le feste non volevamo fare una cosa di pianto. È usanza, sono anni che quando muore uno dei nostri vecchi si usano le carrozze e i cavalli.

“Ma a chi abbiamo dato fastidio? È la nostra cultura” conclude il nipote del boss “Noi siamo venuti qui con un defunto – aggiunge – La Chiesa accoglie tutti”.

 

Foto da Twitter

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