Puglia, pm: “Capistazione hanno cagionato danno” | Alcuni testimoni: “I passeggeri cambiarono treno”

di Redazione

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Puglia, pm: “Capistazione hanno cagionato danno” | Alcuni testimoni: “I passeggeri cambiarono treno”

| giovedì 14 Luglio 2016 - 08:26

Proseguono le indagini sulla strage ferroviaria in Puglia, che provocato la morte di 23 persone tra Andria e Corato.

I capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, sono indagati nell’inchiesta della Procura di Trani e gli interrogatori saranno tenuti nei prossimi giorni dalla squadra mobile della Questura di Bari. I due sono gli unici indagati e tra oggi e domani dovrebbero ricevere informazioni di garanzia in occasione delle autopsie. Per i pm, il disastro ferroviario che ha causato 23 vittime “è stato cagionato dai due capistazione di Andria e Corato”. Sta scritto nell’avviso di garanzia ma “parlare solo di errore umano è riduttivo” aggiungono.

Per la tragedia è già stato aperto un triplice fascicolo d’inchiesta (una sulla sicurezza, uno sula dinamica e uno sugli appalti), ma la prima risposta sarebbe chiara: il treno proveniente da Andria “non doveva essere lì”.

Al vaglio degli inquirenti anche la versione di alcuni testimoni (riferita dai familiari delle vittime), che avrebbero visto scendere i passeggeri provenienti da Andria dal primo treno, sul binario 1, per salire su un secondo convoglio, sul binario 2, contribuendo al ritardo. Tale circostanza, però, non risulta alla procura di Trani. Saranno comunque effettuati accertamenti.

Le parole del procuratore di Trani Giannella: “Parlare di un errore umano è corretto. Ma è assolutamente riduttivo. Non è corretto dire che ci sono punti oscuri: è più corretto dire che la dinamica è ricostruita ma mancano certezze e noi vogliamo certezze”.

Dopo due giorni di dolore e commozione, parla il capostazione di Andria, Vito Piccarreta, che non nasconde l’angoscia per quanto accaduto e si rammarica per le accuse ricevute in merito alla tragedia: l’uomo è iscritto nel registro degli indagati, assieme ad Alessio Porcelli (capostazione di Corato) e una terza persona (ancora ignote le generalità).

Raggiunto dal Corriere della Sera, l’uomo è affranto: “Si: sono stato io ad alzare quella paletta. Ho dato il via. Adesso mi buttano tutti la croce addosso, ma non è stata solo colpa mia“.

A parlare più approfonditamente sono stati amici e parenti: “Non mangia, non dorme, continua a pensare a quell’istante che ha cambiato per sempre la sua vita; è schiacciato dal peso di tutta quella gente morta in un modo orribile. Ha sempre fatto il suo lavoro con coscienza, lasciatelo stare”. ”

La moglie di Piccarreta: “Siamo vittime anche noi. Soffriamo con quelle famiglie che hanno perduto i loro cari. Non può cascare tutto sulle nostre spalle: un solo errore non può aver causato tutto questo”.

Al centro delle polemiche, rimane il c.d. sistema di blocco telefonico, che in quanto tale non si basa su un sistema automatizzato di gestione dei binari (sistemi di controllo marcia treni), ma bensì di un controllo umano e il contatto fra gli addetti e i vari capostazione, che devono accertarsi che sul binario unico non viaggino altri treni in senso opposto al convoglio in partenza (i treni in transito – tra previsti e ritardatari, sarebbero stati tre).

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato oggi presso il Policlinico di Bari per rendere omaggio alle vittime.

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