Clemente Russo, alla sua quarta olimpiade in carriera e presumibilmente l’ultima, è sconfitto ai quarti dal russo Tishchenko, nei pesi massimi 91 kg.

Dopo la prima ripresa dove l’italiano, 34enne, si difende e attacca, viene penalizzato da un verdetto unanime da parte dei giudici che premiano il russo. Decisione controversa che pregiudica il match.

Nella seconda ripresa, Russo colpisce più volte l’avversario, precedendo spesso il russo. A 34 secondi dalla fine il gioco viene momentaneamente sospeso per un piccolo graffio dell’italiano nel viso. Il verdetto dei giudici è nuovamente in favore dei giudici, anche se per pochissimo.

Nella terza ripresa, Russo dà pressione a Tishchenko ma quest’ultimo gioca principalmente in difesa e la stanchezza prende il sopravvento. I giudici ancora una volta si esprimono in favore di Tishchenko e per Russo è la fine dell’avventura olimpica a Rio, dopo due medaglie d’argento nelle ultime tre partecipazioni.

“A Clemente dico tre volte bravo, ha fatto un match magnifico. Quello che è successo oggi è stato un furto, un autentico scandalo. Questi signori devono andare tutti a casa. È una vergogna”. Il ct della nazionale di pugilato Francesco Damiani subito dopo il verdetto, fischiato dal pubblico, si schiera contro la decisione della giuria. “Questo non è sport, ma politica per favorire quelli dell’est Europa”.

“Dove sono gli esperti? Avete visto che è successo? Oggi anche chi non capisce un cavolo di pugilato ha visto che avevo vinto. Nel secondo round ho messo a segno dai sette ai dieci colpi, lui mi ha toccato solo di striscio. Dal 2012 in poi è ricominciato lo schifo di prima, del resto i giudici sono uomini”. È la dichiarazione a caldo di Clemente Russo.