Referendum, costituiti i seggi elettorali| Oltre 46 mln di elettori chiamati alle urne

di Redazione

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Referendum, costituiti i seggi elettorali| Oltre 46 mln di elettori chiamati alle urne

| martedì 29 Novembre 2016 - 20:41

Il 4 dicembre gli italiani saranno chiamati al voto per dire “sì” o “no” alla riforma costituzionale. I dubbi degli elettori, però, rimangono ancora tanti, sia sulle modalità del voto che su alcuni aspetti poco chiari.

Anzitutto va ricordato che sarà la maggioranza degli elettori a decidere se approvare o meno la riforma: se il supererà il 50% dei voti la riforma verrà approvata, altrimenti verrà mantenuto l’assetto attuale e la Costituzione non subirà modifiche.

Alle 16 di sabato si sono costituiti regolarmente gli uffici elettorali di sezione in tutta Italia. Il primo atto dei seggi è stata l’autenticazione delle schede di votazione mediante l’apposizione della firma dello scrutatore nello spazio che si trova sulla facciata esterna della scheda.

Subito dopo viene aperto il plico che contiene il bollo della sezione e il timbro viene apposto sulle schede.

Concluse tutte le operazioni, il presidente sigilla l’urna, la cassetta o le scatole che contengono le schede e chiude il plico contenente tutti gli atti, i verbali e il timbro della sezione. Quindi dà appuntamento alle ore 7 di domani provvedendo alla chiusura della sala e alla custodia della stessa.

Sono chiamati alle urne 46.714.950 elettori, di cui 22.465.280 maschi e 24.249.670 femmine.

A questi vanno aggiunti i 3.995.042 elettori aventi diritto al voto per corrispondenza all’estero, di cui 2.077.455 maschi e 1.917.587 femmine

Lo scrutinio dei voti inizierà nella stessa giornata di domenica, subito dopo la chiusura delle votazioni, alle ore 23, ed appena ultimate le operazioni preliminari allo scrutinio stesso.

Contemporaneamente, si svolgerà anche lo scrutinio delle schede votate per posta all’estero. I risultati degli scrutini saranno pubblicati sul sito internet del Ministero dell’Interno www.interno.gov.it.

Nel nostro ordinamento si contano tre tipi di referendum: abrogativo, costituzionale e territoriale. Per la consultazione del 4 dicembre, ovvero per il referendum costituzionale, non sarà necessario il raggiungimento di un quorum, a differenza di quanto avvenuto col referendum abrogativo sulle trivelle dello scorso aprile. Qualunque sia il numero dei votanti il referendum del 4 dicembre sarà valido.

Per votare bisogne presentare un documento di riconoscimento e la tessera elettorale.

Nel caso in cui la tessera elettorale sia scaduta o smarrita, se ne potrà ottenere una nuova recandosi agli uffici elettorali o di anagrafe del vostro Comune di residenza, che per l’occasione saranno aperti anche domenica 4 dicembre. È utile ribadire che per il rinnovo della tessera elettorale non bisogna pagare.

La riforma prevede:

1) La riduzione del numero di senatori;

2) Il potere per la Camera di concedere o togliere la fiducia al Governo;

3) L’attribuzione al Senato di una competenza legislativa piena solamente sulle leggi di sua diretta competenza e su quelle Costituzionali;

4) L’eliminazione dei senatori a vita;

5) L’eliminazione del CNEL;

5) L’attribuzione al presidente della Camera dei poteri della seconda carica dello Stato (attualmente detenuti dal presidente del Senato);

6) La nuova riforma del Titolo V della Costituzione che prevede la centralizzazione di alcune competenze attualmente appannaggio delle Regioni.

Questo il quesito che sarà presente nella scheda referendaria“Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione?”. 

Per approvare, bisognerà apporre una croce sul “Sì”, in caso contrario bisognerà apporre la croce sul “No”. Altri segni grafici apposti sulla scheda invalideranno il voto. Bisogna dunque diffidare dalle indicazioni che circolano nelle ultime ore sui social e che suggeriscono soluzioni “naif” col solo scopo di indirizzare il voto pro e contro l’approvazione del referendum.

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