Braccialetto, Amazon: “Speculazioni”. Di Maio: “Colpa del Pd”

di Redazione

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Braccialetto, Amazon: “Speculazioni”. Di Maio: “Colpa del Pd”

| venerdì 02 Febbraio 2018 - 14:20

Non c’è argomento in Italia che non finisca per essere oggetto di campagna elettorale per i partiti. L’ultimo, in ordine di tempo, riguarda il brevetto di Amazon sui braccialetti da far indossare ai propri dipendenti.

Amazon spiega che “ogni giorno, in aziende in tutto il mondo, i dipendenti utilizzano scanner palmari per il controllo dell’inventario e per spedire gli ordini. Questa idea, se e quando dovesse essere implementata in futuro – spiega l’azienda – verrà fatta nel pieno rispetto delle leggi e delle norme, con il solo obiettivo di migliorare il lavoro di ogni giorno dei nostri dipendenti nei centri di distribuzione. Muovendo le attrezzature verso i polsi dei dipendenti, le mani vengono liberate dall’utilizzo degli scanner e gli occhi non devono più guardare lo schermo. Tutte le tecnologie che abbiamo implementato fino a oggi – dichiara l’azienda – hanno contribuito al miglioramento delle condizioni di lavoro nei nostri centri di distribuzione”.

Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, al termine dell’incontro a Roma, al Mise con una delegazione di Amazon, ha sintetizzato i contenuti della riunione: “Ho spiegato loro che gli unici braccialetti che facciamo in questo paese sono quelli che produce la nostra gioielleria. Ho spiegato, e loro del resto hanno capito, che una cosa come quella, che non è in uso ma è stata brevettata in Italia non ci sarà mai”.

Sull’argomento è intervenuto il Garante della Privacy per il quale organismo, il bracciale di Amazon “sarebbe in contrasto con l’ordinamento in materia di protezione dati non solo in Italia, ma anche in Europa”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità garante della privacy Antonello Soro: “Penso e spero – ha spiegato – che questa idea verrà rimessa in discussione. Il sistema delle regole che disciplinano il trattamento dei dati personali e in particolare quello dei lavoratori deve rispondere a principi di proporzionalità, di trasparenza, di salvaguardia della dignità dell’uomo, che nella ipotesi riferita non ci sarebbero, quindi sarebbe in contrasto con le norme italiane e come tali non potrebbe applicarsi”.

Il leader del M5S, Luigi Di Maio, va all’attacco: “Se in Italia si possono mettere dispositivi sui lavoratori per controllarli è grazie al Job acts. Io sono contro quel provvedimento che permette a aziende anche partecipate dallo Stato di mettere chip nelle scarpe dei lavoratori o i braccialetti controllare i dipendenti. E’ incredibile che il Pd che ha fatto la legge per mettere addosso i trasponder addosso agli esseri umani che adesso critichi Amazon”.

Secondo quanto stabilito dal Jobs Act le aziende possono assegnare ai lavoratori strumenti di lavoro come pc, tablet e cellulari senza che sia necessario un accordo sindacale o una autorizzazione del ministero, richiesto invece per installare telecamere. Ma è sempre obbligatorio informare preventivamente e in maniera adeguata i lavoratori sulle modalità d’uso degli strumenti e di effettuazione dei controlli, che avvengono comunque sempre nel rispetto delle norme sulla privacy. In base a queste due condizioni, le informazioni raccolte “sono utilizzabili a tutti i fini connessi al rapporto di lavoro”, quindi potenzialmente anche a fini disciplinari.

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