Embraco, un lavoratore si incatena ai cancelli della fabbrica

di Redazione

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Embraco, un lavoratore si incatena ai cancelli della fabbrica

| martedì 20 Febbraio 2018 - 08:19

Un lavoratore dell’Embraco, Daniele Simoni, si è incatenato ai cancelli della fabbrica di Riva di Chieri (Torino). “Non voglio mollare, è la mia fabbrica che mi ha dato da mangiare per 25 anni e finché ci sarà uno spiraglio non mollerò”, ha dichiarato l’operaio. I licenziamenti e la delocalizzazione degli stabilimenti italiani in Slovacchia hanno scatenato la protesta di un centinaio di lavoratori, radunatisi intorno alle 8.

E all’indomani della conferma da parte di Embraco di 497 licenziamenti in Italia, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha assicurato che lo Stato farà di tutto per salvaguardare i lavoratori.

“Combattiamo per salvare i posti di lavoro di Embraco, mi impegno in prima persona”, ha dichiarato in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. “Serve un fondo per evitare la fuga delle multinazionali all’estero”, ha aggiunto Calenda, che incontrerà la commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager per “verificare che non ci siano stati aiuti di Stato alla Slovacchia”.

La presa di posizione di Calenda

Il ministro ha ribadito di non essere più disposto a organizzare “vertici inutili. Emrbaco ha la nostra proposta, se tornano indietro siamo disponibili a prenderli in considerazione. Altrimenti preferisco partire in quarta con Invitalia per capire se ci sono proposte e supportarle”.

L’idea di obbligare le imprese a rimanere in Italia è assurda. Come le facciamo rimanere, con l’esercito?”, ha proseguito Calenda, che ha poi sottolineato l’importanza di un globalization adjustment fund, un fondo di reindustrializzazione che prevenga le delocalizzazioni. Siamo economie in continua transizione, gestirle sarà sempre più fondamentale e quindi abbiamo bisogno di strumenti più forti”.

Calenda commenta la situazione dei lavoratori

Il ministro dello Sviluppo economico ha poi commentato la situazione dei lavoratori di Embraco, definendo “irresponsabile e assurdo” il comportamento dell’azienda. “L’accordo per fare una cassa integrazione l’ho proposta un mese fa, loro avevano dato il loro benestare e abbiamo presentato il piano insieme ai sindacati. Poi è cominciato un disdicevole balletto e io ho deciso di tagliare la testa al toro”, ha dichiarato ancora Calenda.

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