Di Maio e Salvini: “Chiediamo qualche altro giorno”

di Redazione

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Di Maio e Salvini: “Chiediamo qualche altro giorno”

| lunedì 14 Maggio 2018 - 10:01

Dopo 3 giorni di intensa trattativa, è giunta l’ora x attesa dagli italiani. Tutti aspettavano programma e nome del prossimo premier ed invece è stato richiesto altro tempo. Al Quirinale si sono svolti due incontri con cui la delegazione grillina e quella del Carroccio hanno riferito a Mattarella gli esiti dei numerosi vertici dei giorni passati.

Di Maio, salito al Colle alle 16:30, non fa trapelare alcun nome riguardo alla premiership. Si dice entusiasta dei margini di convergenza con Salvini e della sintonia su molti temi che ha riscontrato nelle trattative con la Lega. Il contratto di governo, però, necessita ancora di qualche altro giorno prima di potersi definire pronto. Ed è proprio qualche altro giorno che Di Maio chiede a Mattarella per far partire questo “governo del cambiamento”.

Salvini è poi giunto alle 18:00. Il leader leghista è arrivato insieme a Giorgetti agli uffici dei gruppi parlamentari per incontrare Di Maio e Vincenzo Spadafora. Si è trattato, probabilmente, dell’ultimo atto della trattativa, prima dei colloqui al cospetto del Capo dello Stato. Tuttavia, alla luce delle ultime dichiarazioni, la contrattazione continuerà.

Intanto, in tarda mattinata, l’economista Giulio Sapelli si è detto pronto a governare ma subito il M5S lo ha stoppato. “Non è Giulio Sapelli il nome del premier che sarà portato al Colle”, è quanto affermato dal portavoce del M5s. Anche fonti della Lega, interpellate al riguardo, non confermano che ci sia una indicazione per il professore di economia a Palazzo Chigi.

Salvini riferisce a Mattarella

Un Matteo Salvini, molto tirato in volto, stanco e provato, è salito al Quirinale dove ha incontrato il presidente Mattarella. “Se ragionassimo per convenienza non saremmo qua. Stiamo facendo uno sforzo enorme”, ha detto Matteo Salvini. “Stiamo discutendo sull’idea di Italia che vogliamo, anche animatamente con l’M5s”, ha aggiunto il leader della Lega. “Il governo parte se può fare le cose per cui gli italiani ci hanno votato. Serve un accordo di governo omogeneo, su alcuni punti importanti ci sono ancora distanze con M5s”, che afferma: “Non sono appassionato al toto-nomine ma al toto-cose, anche se può sembrare irrituale tutto ciò. Per serietà vi dico che serve tempo per capire se questo governo può partire o se Lega e M5S si salutano”. Anche la Lega vuole ascoltare il parere dei propri elettori sull’intesa con il M5s per la formazione del nuovo governo: l’ufficio organizzativo federale ha inviato una lettera ai segretari regionali e provinciali per invitarli a prenotare le piazze per il prossimo weekend per “consentire lo svolgimento di una consultazione tra la cittadinanza sul contratto di governo. Ogni gazebo – si legge nella lettera – dovrà dotarsi di un’urna per raccogliere le schede votate”.

Di Maio al Quirinale: “Il governo del cambiamento partirà il prima possibile”

È un Di Maio sorridente quello che lascia la Sala degli Specchi per concedersi alla conferenza stampa. Attesissimo dai cronisti, dunque, il leader grillino sorride e mette in campo tutti i temi della retorica a 5 stelle. Temi che, ormai, sono condivisi anche dal Carroccio. Il cavallo di battaglia è quel programma di governo su cui Lega e Movimento hanno registrato i più ampi margini di convergenza. “Il governo del cambiamento partirà il prima possibile”, esordisce entusiasta Di Maio. Il modello del contratto è, come già ribadito, quello tedesco. “Così mettiamo al centro i punti programmatici dell’una e dell’altra forza politica”, precisa il leader grillino. E continua a sorridere. Poi, aggiunge che – ad ogni modo – sarà il referendum online a sancire la definitiva partenza del nascente esecutivo.

“Stanno cambiando i riti della politica”, prosegue Di Maio, colorando di venature di grande cambiamento tutta la restante parte del discorso. Passi indietro dei politici, passi avanti dei cittadini. Sono questi gli scenari evocati, con la speranza – più volte annunciata – che parta l’inflazionata Terza Repubblica. “La Repubblica dei cittadini”, conclude il leader stellato e, ringraziati i cronisti, lascia il Colle.

Torna in campo l’ipotesi ‘Di Maio premier’, ma Salvini nega e aggiunge: “C’è ancora da lavorare”

Sono le prime ore del pomeriggio, quando torna a farsi largo l’ipotesi Di Maio-premier. Entrambi i poli della nascente diarchia, infatti, smentiscono che Giulio Sapelli sia il candidato prescelto da proporre al Colle. “C’è da lavorare ancora”, afferma Salvini, arrivando alla Camera con Giorgetti per partecipare all’ultimo tavolo della trattativa. Non è ancora ben chiaro a cosa volesse alludere il leader del Carroccio. Forse al fatto che non c’è ancora un accordo sul nome del premier? Ad ogni modo, incalzato dai cronisti sulla premiership di Di Maio, ipotesi da poco tornata alla ribalta, Salvini oppone il suo secco diniego. “No”, risponde con fermezza ai giornalisti.  A margine del vertice, intanto, si rifiuta di commentare la cosiddetta ‘pista Conte’, cioé l’ipotesi che guidare il governo tocchi al giurista fillo-grillino Giuseppe Conte.

Sapelli: “Ho dato piena disponibilità”

“È tutto vero – dice Giulio Sapelli all’Ansa -. Sono stato contattato da entrambe le parti politiche e ho dato la mia piena disponibilità. Mi hanno spiegato che stanno valutando anche un altro profilo, quello di Conte e non mi hanno ancora detto chi hanno scelto”. Sembra quindi che l’economista sia stato contattato per la possibile candidatura a premier da parte di Lega e Movimento 5 Stelle, ma è deciso a prendere posizione. “Ho detto loro che vorrò dire la mia sui ministri – ha continuato – ho parlato con il collega Domenico Siniscalco, che spero di avere al mio fianco come ministro del Tesoro”.

Nell’intervista rilasciata all’Ansa, Giulio Sapelli giudica come “fattibile” e “auspicabile” il programma del nuovo governo tra Lega e M5S. “Il programma è assolutamente fattibile – ha detto -. Deve finire questa isteria sul governo che può nascere”.

Lega e M5S oggi al Colle: atteso nome premier

C’è molto ottimismo tra Salvini e Di Maio, che hanno trovato un’intesa su tanti punti del programma, anche se resta ancora da decidere il nome del presidente del Consiglio. Negli incontri di ieri a Milano, al Pirellone e poi nello studio dei commercialisti del deputato Stefano Buffagni, prima del vertice notturno, i due leader hanno messo sul tavolo tematiche prima ancora che nomi, ed entrambi sembrano soddisfatti. “L’incontro – ha detto Di Maio all’uscita – è andato bene, è servito a rifinire gli ultimi dettagli di questo governo”.

L’incontro notturno tra Salvini e Di Maio è avvenuto all’hotel President di Milano ed è stato il più lungo di tutti. Al centro della trattativa il nome del premier. Al momento, però, non trapela alcunché soprattutto perché pare ci siano ancora tanti dubbi. L’intento comune dei due leader è quello di fornire una soluzione politica e non tecnica così l’ipotesi di una staffetta tra Di Maio e Salvini si alterna a quella – “tecnica” – di un nome terzo, che rimane avvolto nel mistero, anche se sembra che nelle ultime ore aumentino le possibilità che a salire a Palazzo Chigi possa essere Giancarlo Giorgetti.

Quando ieri sera Salvini ha lasciato l’albergo, sono rimasti ancora nella hall i membri della delegazione pentastellata, Di Maio in primis, insime a Vincenzo Spadafora, Stefano Buffagni e Pietro Dettori. Probabilmente soltanto oggi il nome del premier potrà ricevere l’approvazione dei due partiti, sempre che l’intesa vada a buon fine.

Germania spera in buona convivenza con Ue

Il ministro tedesco degli Affari europei, Michael Roth, ha espresso le sue preoccupazioni in merito al nuovo governo italiano. Il timore è che non possa ben convivere con l’Unione europea. “Spero che si arrivi alla costruzione di un governo col quale si possa vivere bene come Unione europea – ha detto al suo arrivo a Bruxelles al Consiglio degli affari generali -. Ma non voglio fare speculazioni. Sono curioso di vedere come andrà”.

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