Papa Francesco: “Anch’io sono un peccatore e mi confesso” | E cita un proverbio siciliano, “megghio arrussicare…”

di Domenico Giardina

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Papa Francesco: “Anch’io sono un peccatore e mi confesso” | E cita un proverbio siciliano, “megghio arrussicare…”

| mercoledì 20 Novembre 2013 - 12:35

“Anche il Papa è peccatore, il confessore sente le cose che io gli dico, mi consiglia e mi perdona”. La rivelazione del Papa arriva di fronte a una piazza San Pietro gremita da circa 50 mila fedeli per l’Udienza generale, nonostante il freddo e la pioggia.

“Tutti – ha spiegato il Pontefice – abbiamo bisogno di questo perdono. A volte – ha poi aggiunto – capita che dicano: mi confesso direttamente con Dio, ma è il sacramento che ti dà la sicurezza del perdono. Meglio diventare una volta rosso che mille volte giallo”.

Questa citazione nasce da un proverbio che il piccolo Jorge Bergoglio imparò dalla nonna, a conferma ulteriore delle sue radici italiane. Si tratta, infatti, di un proverbio molto comune in Sicilia e che vuole dar forza al discorso del Papa. “Megghio ‘na vuota arrussicare ca cento vuote aggialliare” (meglio diventare rossi di vergogna una volta, che diventare gialli), a causa della bile che sgorga dal rancore e dall’invidia. In sintesi, dal profondo star male con sé stessi e con gli altri.

Il Papa ha fatto l’esempio di un colloquio con un peccatore intimidito dalla confessione in quanto intimorito dall’idea di dover confessare i propri peccati a un’altra persona. “Tante persone oggi – ha osservato Francesco – non capiscono la dimensione ecclesiale del perdono, perché domina l’individualismo, il soggettivismo, e anche noi cristiani ne risentiamo. Dio non smette di perdonare i suoi figli. Attraverso il ministero del sacerdote ci stringe in un nuovo abbraccio che ci permette di rialzarci e riprendere nuovamente il cammino”.

E poi la rivelazione più importante, nella quale Francesco si pone allo stesso livello dei suoi interlocutori: “Anche il Papa lo fa ogni 15 giorni e quando le mie colpe sono perdonate mi viene donata la gioia. Dio perdona ogni uomo nella sua sovrana misericordia, ma lui stesso ha voluto che quanti appartengono a Cristo e alla sua Chiesa, ricevano il perdono mediante i ministri della comunità”.

Papa Francesco ha anche lanciato un monito a tutti i sacerdoti: “Il servizio che il sacerdote presta come ministro, da parte di Dio, per perdonare i peccati è molto delicato ed esige che il suo cuore sia in pace; che non maltratti i fedeli, ma che sia mite, benevolo e misericordioso; che sappia seminare speranza nei cuori e, soprattutto, sia consapevole che il fratello o la sorella che si accosta al sacramento della Riconciliazione cerca il perdono e lo fa come si accostavano tante persone a Gesù perché le guarisse”. E ribadisce che “il sacerdote che non abbia questa disposizione di spirito è meglio che, finché non si corregga, non amministri questo Sacramento”.

Il Papa ha poi concluso l’Udienza generale con una preghiera per le vittime dell’alluvione in Sardegna: “In questo momento non possiamo non ricordare le vittime della recente alluvione in Sardegna: preghiamo per loro e per i familiari e siamo solidali con quanti hanno subito dei danni”. Dopo un minuto di silenzio, il Pontefice ha poi intonato l’Ave Maria e concluso l’udienza con i fedeli.

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