Pippo, il vincitore della Lotteria: e adesso, cosa farai con la vincita?

di Marco Pomar

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Pippo, il vincitore della Lotteria: e adesso, cosa farai con la vincita?

| martedì 07 Gennaio 2014 - 15:08

Notte insonne, bianca come una mozzarella di bufala appena fatta. Pippo aveva guardato e riguardato il biglietto, poi la tv, poi internet, poi di nuovo il biglietto, numero per numero, con il cuore che bombardava da dentro, chiedendo di uscire.

E 452669. E, quattro, cinque , due, sei, sei, nove. Nessun errore, è il tuo. Proprio te che non giochi mai, nemmeno a briscola. Che hai preso quel tagliando nel bar del benzinaio chissà perché, forse guidato dalla grande mano che tutto decide. Forse per come te lo propose alla cassa la signorina, insieme allo scontrino di caffè e cornetto.

Ecco come si muore di infarto, hai pensato. E con le lacrime agli occhi hai immaginato il destino che si riprendeva con gli interessi il benefit appena consegnato. Tu vinci alla lotteria, hai in mano il biglietto che cambia la tua vita di merda, e che succede?, schiatti come un pivellino, e ti ritrovano dopo un paio di giorni perché la portiera ha sentito il tuo tanfo, uno schifo in via di decomposizione con un pizzino da cinque milioni in mano.

Invece non sei morto, Pippo, anche se non ti senti del tutto al sicuro.

Hai bevuto un po’, e non sai ancora a chi raccontarlo. No, a Paola no. Si, vi frequentate, ma se non sei certo sia lei la donna della tua vita, perché darle questa importanza?

A rigor di logica dovresti chiamare tua sorella. Se lo merita, ti ha aiutato quando ne hai avuto bisogno, ricordi? Si, certo, poi se l’è fatto ripagare il suo aiuto. Ogni volta che decide di uscire con quel deficiente di tuo cognato, ti tocca stare coi bambini, due rompiminchia da niente. E figurati se provi a ribellarti: il rinfaccino per quei piccoli aiuti economici te lo fanno uscire da tutti i lati. Che si fottano.

Ci sono i tuoi cugini, ma il loro bar è pieno di debiti, ti toccherebbe aiutarli. Non che loro non lo abbiano fatto con te in passato. Certo, farti fare il cameriere non è stato il massimo, non era quello a cui avevi pensato tu. Durasti tre settimane, versando chinotti su clienti permalosi e confondendo negroni con sprizz. Non era cosa tua, e lassù qualcuno se n’è accorto.

In pochi quarti d’ora hai già pensato decine di volte cosa fare di quei soldi. Avvezzo a sbarcare il lunario con ottocento euro al mese, cinque milioni di euro è denaro che fatichi a spendere anche solo nei sogni. Prendi una casa, forse due. Poi una macchina nuova, la lampada alogena che una volta hai visto in un costoso negozio di illuminazioni, che quando il commesso ti disse il prezzo hai dovuto resistere alla tentazione di mandarlo a quel paese con tutti i sacramenti. Adesso è stata la prima cosa che hai immaginato. Andare da quel buffone tronfio e sbattergli in faccia i contanti, che te ne desse dieci di quelle lampade assurdamente care, anche a costo di lasciarle al primo cassonetto. Anzi, no, lontano dal negozio, che magari le riprendono e le riciclano.

Poi un viaggio. Si ma con chi? Con Paola no, soldi nuovi vita nuova. Potresti avere chi vuoi, perfino forse nuovamente Daria. Sei stato sul punto di chiamarla, poi hai pensato a quell’idiota che ha scelto, e non se lo merita di godere adesso del tuo improvviso benessere. Chi non ti ha voluto quando era inverno, si faccia l’estate dove era d’estate. O qualcosa del genere, non ricordi bene.

I soldi sono una bella cosa, qualcuno troverai. Hai anche scorso la rubrica del telefonino, pensando a chi fare un regalo, a chi offrire un viaggio, e ti è venuto in mente un vecchio film di Verdone. Si, ma lui aveva l’agenda vuota, con pochissimi numeri, mentre tu hai un sacco di amici. Solo su facebook ne hai più di ottocento! Sei simpatico, una sagoma, racconti le barzellette come pochi. Cosa vuoi che sia trovare qualcuno con cui condividere la tua felicità?

Hai riflettuto a lungo su questa cosa, e non sei più così sicuro di dilapidare in questo modo il tuo patrimonio. I soldi sono tuoi, te li terrai per te. Niente doni avventati, non dirai a nessuno di questa cosa meravigliosa, nulla deve cambiare apparentemente. Andrai a lavorare come pony express anche domani mattina, commenterai con gli amici sul fortunato concittadino misterioso a cui la sorte ha cambiato la vita, e resterai al riparo dai riflettori.

Certo, nessuno deve sapere niente, né conoscenti, amici, banche, parenti, donne, nessuno. Poi, tra una decina d’anni, alla scordata, te li godrai in un’isola del Pacifico, tra palme e spiagge bianche, sprizz, o negroni che siano, e cameriere scollacciate.

Continuerai anche a fare da baby sitter ai nipoti, sono piccoli prezzi che vanno pagati per il raggiungimento della felicità. Niente lampade, auto, case e caffettiere nuove, gli acquisti parlano troppo. Forse, proprio per scacciare eventuali voci che potrebbero nascere e gonfiare, ti toccherà abbassare ancora il tuo tenore di vita, continuare a tirare la cinghia, per paradossale che possa sembrare.

Tanto hai un sacco di amici, e dieci, al massimo quindici, forse vent’anni, cosa vuoi che siano?

Ride bene chi ride dopo, Pippo.

E non perdere il tagliando.

 

 

 

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