Lavoro, l’Istat lancia l’allarme sui contratti | “Più di 8 milioni in attesa di un rinnovo”

di Redazione

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Lavoro, l’Istat lancia l’allarme sui contratti | “Più di 8 milioni in attesa di un rinnovo”

| mercoledì 26 Febbraio 2014 - 12:08

A gennaio sono 51 i contratti in attesa di essere rinnovati, complessivamente sono il 66,2% del totale dei dipendenti totali. L’allarme, lanciato dall’Istat, riguarda circa 8,5 milioni di persone, la quota più alta dal gennaio 2008. Il numero dei dipendenti più alto in attesa di rinnovo riguarda il contratto del commercio, che include ad esempio i commessi e tocca circa due milioni di dipendenti. Alla fine del mese a fronte del recepimento di un accordo (gomma e materie plastiche) ne sono scaduti ben cinque (agricoltura operai, servizio smaltimento rifiuti privati, servizio smaltimento rifiuti municipalizzati, commercio e Rai).

Per fortuna a febbraio sono state già ratificate delle ipotesi di accordo, che toccano quattro dei 51 contratti scaduti, per un totale di circa 500 mila dipendenti (tessili, pelli e cuoio, gas e acqua e turismo-strutture ricettive). Per il Codacons questa situazione «è una vergogna e lo è ancora di più che tra questi dipendenti ci siano anche quelli del pubblico impiego. Suona come una beffa che si proponga continuamente la riduzione del cuneo fiscale e poi non si rinnovino nemmeno i contratti, persino quelli dei dipendenti pubblici».

Per l’associazione di consumatori «bisogna prendere atto che la fine della scala mobile anche l’inflazione programmata è stata un vero e proprio fallimento, dato che il primo a non rinnovare i contratti è lo Stato stesso». Per questo il Governo Renzi, «se vuole dare un segno di discontinuità con il passato, dovrebbe sbloccare i rinnovi del pubblico impiego e reintrodurre la scala mobile all’inflazione programmata. Una misura necessaria considerato che l’unica via per uscire dalla crisi è rilanciare la capacità di spesa di quel 50% di famiglie che, essendo in difficoltà ad arrivare a fine mese, ha dovuto ridurre drasticamente i consumi. Le possibilità sono due: abbassare loro le tasse o aumentare gli stipendi».

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