Viaggio alla scoperta della provincia di Agrigento | La bellezza di luoghi senza tempo, tra mito e innovazione

di Giuseppe Imburgia

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Viaggio alla scoperta della provincia di Agrigento | La bellezza di luoghi senza tempo, tra mito e innovazione

| venerdì 14 Marzo 2014 - 09:04

Ancora una passeggiata in provincia di Agrigento per segnalarvi alcuni siti di grande interesse anche se poco conosciuti. Proprio vicino a Racalmuto, ultima tappa del nostro viaggio virtuale in Sicilia, si trova Calatsudemi, un grande affioramento roccioso di natura calcarenitica, lungo circa settanta metri e alto trenta. Praticamente un palazzo di sette piani, che si erge nel mezzo di un vasto territorio agricolo. Si tratta di un insediamento rupestre fortificato, chiamato anche “a Petra” (la Pietra), la cui datazione appare problematica, come spesso accade nei monumenti rupestri ed ipogeici. “A Petra” è scavata su quattro livelli comunicanti tra loro con scale e corridoi, ed è dotata di vari ambienti di cui alcuni con funzione abitativa, altri invece utilizzati come magazzini o cisterne. Questo suggestivo monumento della natura si trova sulla strada che congiunge Aragona a Grotte.

Un altro sito che merita una visita è la Riserva Naturale di Maccalubbe, nei pressi di Aragona. Il sito, molto ben segnalato, si presenta come una landa brulla dal colore  bianco-grigiastro, da cui si ergono i “vulcanelli” che conferiscono al sito lʼaspetto di un paesaggio lunare. Questa almeno è stata lʼimpressione che col mio amico Pepito, compagno di tante “trapperate”, abbiamo avuto al primo impatto. Questo strano fenomeno geologico, chiamato vulcanismo sedimentario, si manifesta in presenza di gas (nel caso specifico metano) al di sotto di terreni argillosi.

Per osservare le bolle che si formano con la fuoriuscita del gas, occorre aspettare qualche minuto fissando lo sguardo sul piccolo cratere. Per la maggior parte si tratta di piccole emissioni, che danno lʼimpressione di un placido borbottio. Di tanto in tanto però questi gas si accumulano, dando luogo ad eruzioni esplosive, accompagnate da boati e da espulsioni di materiale argilloso misto a gas e acqua.

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Molte sono le leggende nate dalla fantasia popolare “sullʼOcchiu di Macalubi”. Pare che lì sorgesse una città che, a causa di unʼoffesa fatta dai suoi abitanti alla divinità che abitava la collina, fu ingoiata dalle viscere della terra, lasciando una landa desolata cosparsa di piccoli coni rigurgitanti fango. Guy de Maupassant, tra i viaggiatori più noti del Gran Tour in Sicilia, immaginava i vulcanelli come delle pustole di una terribile malattia della natura. In primavera, tuttʼintorno ai vulcanelli, enormi distese fiorite di orchidee di varie specie, e di altri fiori che nel tempo si sono selezionati in questi terreni così “difficili”, rendono la visita ancor più piacevole.

A pochi chilometri da Aragona si trova Santa Elisabetta un comune di circa 2.500 abitanti, la cui vera particolarità sta nelle montagne che la circondano: il Monte del Comune e il Monte Guastanella. Entrambi sono di grande interesse archeologico dal momento che vi si trovano antiche grotte scavate nelle pareti; forse tombe o semplici abitazioni. Le due montagne sono composte da cristalli di gesso, bianco e vetroso che, al tramonto, così mi hanno raccontato, rimandano luccichii rossi e gialli. Uno spettacolo straordinario al quale purtroppo non sono ancora riuscito ad assistere.

Dopo queste escursioni, sopratutto in primavera o in estate, vale la pena fare una piccola deviazione per visitare la famosa gelateria Le Cuspidi a Raffadali Imperdibile! Riprendiamo il nostro cammino in direzione di SantʼAngelo Muxaro, un piccolo centro di poco più di 1.500 abitanti, arroccato su una collina, lungo la riva sinistra del fiume Platani.

Anche il territorio di SantʼAngelo Muxaro è di grande interesse archeologico. Nel secolo scorso furono trovate, da alcuni contadini, decine di tombe contenenti reperti di grande valore ora distribuiti nei musei di Siracusa, Agrigento e Palermo. Tra le varie tombe la più importante per monumentalità è la “Grotta del Principe”, formata da due grandi camere circolari comunicanti tra loro. Il sito, ben segnalato, si trova qualche chilometro prima del centro abitato proprio al margine della strada. Mentre alla base del colle SantʼAngelo troviamo la Riserva Naturale Integrale “Grotta di SantʼAngelo Ancora in provincia di Agrigento Muxaro”, unʼenorme caverna con due grandi bocche facile da visitare.

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Adeguatamente attrezzati di torcia elettrica, caschetto e scarpe da trekking, si può esplorare anche la parte completamente buia della grotta. Purtroppo in queste zone non conosco ristoranti o trattorie che meritino una sosta (mia ignoranza), ma si può sempre sperimentare! Se invece volete andare sul sicuro, occorre fare una deviazione di circa 20 chilometri per arrivare a Joppolo Giancaxio, un piccolo paese di 1200 anime, tra Agrigento e Raffadali, circondato da grandi estensioni di seminativo. Lì si trova la rinomata trattoria “da Carmelo” che propone unʼeccellente cucina casalinga. Antipasti, zuppe di legumi, stigliole e involtini di cotenna o di trippa al sugo, non vi faranno pentire dei chilometri percorsi.

Prima di abbandonare per qualche mese la provincia di Agrigento voglio parlarvi di Favara. Favara è un grosso centro agricolo di oltre 30.000 abitanti, che, a parte il castello Chiaramontano, e il soffitto ligneo della dirimpettaia Chiesa del Rosario (foto 25), poco offre dal punto di vista monumentale. Il Castello, ubicato in un angolo di piazza Cavour, fu edificato da Federico II Chiaramonte intorno al 1280. In origine era circondato da una cinta muraria fortificata che lo rendeva inespugnabile, oggi è invece costretto tra palazzine e superfetazioni che ne sminuiscono la maestosità. La Cappella domestica, posta al piano nobile, presenta al suo interno gli elementi architettonicamente più rilevanti dell’edificio, a cominciare dal bellissimo portale dʼingresso.

Dopo anni di abbandono, alla fine degli anni ʼ90, il Castello è stato sottoposto a restauro, e oggi è sede di rappresentanza del Comune. Viene utilizzato per ospitare eventi culturali e manifestazioni, in perfetta sintonia col progetto di recupero sociale e strutturale del  centro storico avviato nel 2010 da Farm Cultural Park, unʼiniziativa privata che ha nel Notaio Andrea Bartoli il suo ispiratore e propulsore. Farm Cultural Park è una galleria dʼarte contemporanea, ma anche residenza per artisti, designer e architetti, che si è guadagnata, in pochi anni, prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali.

Il vecchio centro di Favara, un tempo agli onori della cronaca per i morti sotto le macerie di edifici crollati, dal 2010, ogni anno nel mese di giugno, raduna artisti di tutte le nazioni, le  cui opere sono esposte tra le mura consolidate delle vecchie palazzine, e gli stretti vicoli brulicano di visitatori provenienti da tutte le parti della Sicilia e non solo. Complimenti al Notaio Bartoli!

Il nostro itinerario in giro per la provincia di Agrigento per ora finisce qui, ma vi faremo ritorno tra qualche mese per parlare di Sciacca, del meraviglioso litorale di Menfi, e di Naro: un vero gioiello. Tra 15 giorni una rapida puntata a Cefalù, praticamente una  piccola sosta a casa, per accontentare i miei amici del nord Italia che amano il mare.

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