Nato, Obama è durissimo: “Distruggiamo l’Isis” | Deciso anche l’intervento nell’Est Europa

di Redazione

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Nato, Obama è durissimo: “Distruggiamo l’Isis” | Deciso anche l’intervento nell’Est Europa

| venerdì 05 Settembre 2014 - 20:07

Il vertice Nato di Newport, in Galles, si è concluso con la voce netta di Barack Obama:L’Isis è una grave minaccia per tutti e nella Nato c’è la grande convinzione che è l’ora di agire per indebolire e distruggere lo Stato Islamico“. Insomma, “partner e alleati della Nato sono pronti ad unirsi in un ampio sforzo internazionale per combattere contro la minaccia jihaidista”. Il presidente a stelle e strisce poi ha precisato: “Non invieremo truppe in Siria, non ci saranno soldati americani nelle aree di conflitto: non è necessario per raggiungere i nostri obiettivi”.

“L’obiettivo deve essere smantellare l’Is, anche con l’aiuto delle nazioni arabe, dei leader sunniti in Medio Oriente” ha proseguito Obama che ha ricordato l’antico adagio della diplomazia post seconda Guerra Mondiale: “L’attacco a un Paese della Nato è un attacco a tutti i Paesi della Nato”. Gli alleati sembrano davvero pronti a un intervento che però “non avverrà dalla sera alla mattina”, ha assicurato Obama.

I leader della Nato hanno deciso di “invertire l’andamento di riduzione dei bilanci per la difesa” e di portarli al livello del 2% del pil entro 10 anni. L’intesa è stata messa nera su bianco nelle conclusioni del vertice. Il segretario generale si è detto “rassicurato” dall’impegno politico preso “per la prima volta” da tutti i leader.

Intanto l’Alleanza si muove anche sul fronte dell’Est Europa: è stato approvato un nuovo piano di risposta che incluse un intervento immediato, con l’attivazione di cinque basi nei paesi baltici, Polonia e Romania. L’annuncio è del segretario Rasmussen, pochi momenti prima dell’intesa siglata tra l’Ucraina e la Russia sullo stop alla guerra nelle regioni filorusse del paese di Poroshenko. Angela Merkel ha ricordato che la Russia ha violato gi accordi presi a Mosca e a Budapest e che l’Ue non rimarrà a guardare, anche se la tregua dà nuova “speranza” e lascia “la porta aperta al dialogo”.

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