Sinodo, al centro i divorziati risposati | “Unire verità e misericordia”

di Redazione

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Sinodo, al centro i divorziati risposati | “Unire verità e misericordia”

| mercoledì 08 Ottobre 2014 - 16:48

Terzo giorno di lavoro per il Sinodo sulla famiglia che si svolge in Vaticano. Nella quinta Congregazione generale, il dibattito generale è proseguito sui temi previsti dall’Instrumentum laboris. La crisi della fede e la vita familiare/ Situazioni critiche interne alla famiglia. Pressioni esterne alla famiglia/Alcune situazioni particolari”.

In un primo momento il dibattito si è soffermato sulla Chiesa del Medioriente e dell’Africa del Nord: entrambe vivono in contesti politici, economici e religiosi difficili, con gravi ripercussioni sulle famiglie. Là dove, infatti, le leggi impediscono le riunificazioni familiari, la povertà spinge alla migrazione, dove vi è fondamentalismo religioso e i cristiani non hanno parità di diritti con i cittadini musulmani, si pongono spesso difficili problemi per le famiglie che risultano da matrimoni misti.

In questi contesti, infatti, sono presenti ed in aumento i casi di matrimoni interreligiosi, i così detti “matrimoni misti”. La sfida della Chiesa, allora – si è detto – è quella di capire quale catechesi si può offrire ai figli nati da tale unioni e come si possa rispondere all’incognita di quei cattolici che, uniti in matrimonio misto, vogliono continuare a praticare la loro fede.

Quanto alla questione dei divorziati risposati, è stato evidenziato che la strada sinodale dovrà certamente occuparsene, con la prudenza richiesta per le grandi cause, ma anche coniugando l’obiettività della verità con la misericordia per la persona e la sua sofferenza. Bisogna ricordare che numerosi fedeli si trovano in questa situazione non per colpa loro.

È stato ricordato l’impegno della Santa Sede che non cessa di far sentire la sua voce in difesa della famiglia a tutti i livelli – internazionali, nazionali e regionali – con l’obiettivo di risaltarne la dignità, richiamarne i diritti ed i doveri, e sempre evidenziando che, come diceva Benedetto XVI, i suoi “no” sono, in realtà, i “sì” alla vita. Per questo, è stato sottolineato che la Chiesa deve combattere il silenzio educativo e religioso nelle famiglie, perché non c’è posto per le esitazioni: è necessario un maggiore impegno nella testimonianza del Vangelo. È sempre necessaria la creatività nella pastorale.

Si è inoltre riflettuto sull’apporto insostituibile dei fedeli laici all’annuncio del Vangelo della famiglia: soprattutto i giovani, i movimenti ecclesiali e le nuove comunità compiono un servizio di vitale importanza, portando avanti una missione profetica e controcorrente rispetto all’epoca contemporanea. Ascoltare e credere di più nei laici, dunque, risulta essenziale, poiché è in loro e con loro che la Chiesa può trovare le risposte ai problemi delle famiglie.

Altro tema affrontato è stato quello della precarietà del lavoro e della disoccupazione: l’angoscia per la mancanza di un impiego sicuro crea difficoltà nelle famiglie, così come la povertà economica che spesso non permette di avere un’abitazione. Non solo: la mancanza di denaro talvolta fa sì che esso venga “divinizzato” e che le famiglie siano sacrificate sull’altare del profitto. È necessario, invece ribadire che il denaro deve servire e non governare.

Si è tornati a riflettere sulla necessità di una maggiore preparazione al matrimonio, anche con un’attenzione specifica all’educazione affettiva e sessuale, incoraggiando una vera mistica familiare della sessualità. Quindi, è stato ricordato il grande contributo dei nonni alla trasmissione della fede in famiglia e, sempre in riferimento agli anziani, è stato evidenziato quanto sia importante che il nucleo familiare accolga, con solidarietà, cura e tenerezza, le persone della terza età. Uguale sollecitudine deve essere riservata agli ammalati, per vincere quella “cultura dello scarto”, da cui spesso Papa Francesco mette in guardia.

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