Caso Ruby, il giudice abbandona la toga | Polemiche dopo le motivazioni della sentenza

di Redazione

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Caso Ruby, il giudice abbandona la toga | Polemiche dopo le motivazioni della sentenza

| venerdì 17 Ottobre 2014 - 16:41

Ha firmato le motivazioni della sentenza che ha assolto Silvio Berlusconi nel cosiddetto processo Ruby e poi si è dimesso: il giudice Enrico Tranfa ha lasciato la sua carica di presidente del collegio d’Appello alla seconda sezione del tribunale di Milano.

“Ho dato le dimissioni, punto. Ognuno pensi quel che vuole”, ha dichiarato Tranfa, 70 anni, giudice dal 1975, spiegando: “In vita mia non ho fatto mai nulla di impulso”. La decisione è stata seguita da una sfilza di dichiarazioni politiche. Il gesto di Tranfa ha incontrato la solidarietà del Pd, ma anche parole dure da Forza Italia.

“Esprimo la mia solidarietà e un profondo senso di vicinanza nei riguardi del giudice Tranfa che lascia la toga con un gesto fermo e dignitoso”, ha detto il vicepresidente del Partito Democratico Sandra Zampa “La sentenza di assoluzione per il caso Ruby, minorenne al momento dei suoi rapporti con un adulto potente, quale Berlusconi, evidenzia tutte le falle di una giustizia che non riesce a tutelare i più deboli. Se un minorenne può essere sfruttato sessualmente senza che si possano condannare i responsabili la falla del sistema è grande”.

“Alle parole di Zampa si comprende il nuovo ruolo che spetterà al dimissionario giudice Tranfa: quello di eroe della sinistra giustizialista”, ha risposto, in una nota, il deputato di Forza Italia Luca Squeri. “Chi si oppone ad una decisione presa in modo democratico nell’ambito di un collegio giudicante, può davvero diventare automaticamente una `vittima´ meritevole di `profonda vicinanza´ solo perché la sua posizione va contro Silvio Berlusconi? Ancora una volta – conclude il deputato azzurro – viene fuori la contradditorietà del cronico giustizialismo della sinistra antiberlusconiana: i processi e le sentenze non si commentano se sono avverse al leader di Forza Italia, in caso contrario, invece, diventano subito un esempio delle `falle´ del sistema giudiziario”.

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