Legge di stabilità, è scontro sulla lettera dell’Ue | Renzi a Barroso: “Pubblicheremo tutto”

di Redazione

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Legge di stabilità, è scontro sulla lettera dell’Ue | Renzi a Barroso: “Pubblicheremo tutto”

| venerdì 24 Ottobre 2014 - 09:56

Botta e risposta tra il presidente uscente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso e il premier italiano Matteo Renzi. L’oggetto del contendere è la decisione dell’esecutivo italiano di pubblicare la lettera inviata dall’Ue in merito alla bozza della legge di Stabilità. La missiva è stata pubblicata sul sito internet del ministero delle Finanze e resa quindi accessibile a tutti con pochi click.

> LA LETTERA INVIATA AL MINISTERO DELL’ECONOMIA

Barroso non ha gradito la scelta e lo ha sottolineato, ma dall’Italia è arrivata una secca replica. Per il presidente del Consiglio “è finito il tempo delle lettere segrete. D’ora in poi vigerà la regola della trasparenza sui rapporti con Bruxelles: pubblicheremo anche le spese dell’Europa e sarà divertente”. E ha aggiunto: “Il problema sono due miliardi? Se vogliono li mettiamo domani mattina”.

Posizione ribadita con un cinguettìo.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha poi spiegato che cosa si aspetti dalla discussione con i colleghi dei ventotto e con la Commissione europea, riguardo la famosa “flessibilità” che dovrebbe essere applicata da parte dell’Esecutivo comunitario all’esame delle leggi di bilancio degli Stati membri. La discussione si terrà oggi, durante la seconda giornata del vertice Ue, che proseguirà dopo mezzogiorno nel formato più ridotto dell’Eurosummit.

“Si tratta – ha detto incontrando i giornalisti in tarda serata, durante una breve pausa del Consiglio europeo – di fare una valutazione più politica che tecnica su chi decide cosa. Nel momento in cui l’Italia rispetta il 2,9% e sceglie l’aggiustamento strutturale dello 0,1%, gli oltre 3 miliardi (di deficit che chiederebbe di tagliare in più la Commissione, ndr) valgono per più dello 0,2%, e si arriverebbe quindi a raggiungere aggiustamenti strutturali di oltre lo 0,3%. Però noi – ha sottolineato il premier – non siamo adesso interessati a discutere se debba essere lo 0,1, lo 0,25, o il 3 per cento”. “Il punto vero – ha proseguito – è che vedremo se il concetto di ‘circostanze eccezionali’, quello di ‘riforme strutturali’ e quello di ‘significativa deviazione’ (dagli obiettivi di bilancio previsti, ndr), che sono le tre espressioni che vengono utilizzate dalla Commissione, sono oggetto di una valutazione identica in tutti i Paesi. Siamo assolutamente disponibili al livello tecnico a ragionare, a discutere e a trovare le soluzioni; ma la questione è chi decide che cosa”.

 

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