I retroscena della morte di Pino Daniele | Il cardiologo: “La sua vita era appesa a un filo”

di Redazione

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I retroscena della morte di Pino Daniele | Il cardiologo: “La sua vita era appesa a un filo”

| lunedì 05 Gennaio 2015 - 16:00

Emergono nuovi retroscena sulla drammatica scomparsa del Pino Daniele, cantante napoletano di fama internazionale stroncato questa notte da un infarto nella sua residenza toscana. Il suo cardiologo di fiducia, Achielle Gaspardone, ha rilasciato alcune significative rivelazioni sulle condizioni di salute dell’artista partenopeo: “La sua vita era appesa a un filo e lui lo sapeva bene. Ogni giorno era un giorno di vita in più guadagnato”.

Esprime “grandissima tristezza” Gaspardone, ma al contempo sottolinea che: “Purtroppo, la fine era nell’evoluzione stessa della malattia”. Daniele ha accusato il malore ieri sera nel suo podere isolato tra i comuni di Magliano e Orbetello (Grosseto).

Secondo le prime dichiarazioni della Asl di Grosseto, il 118 sarebbe stato chiamato alle 21.15. L’ambulanza con il medico a bordo, però, è stata fermata bloccata dal cantautore che avrebbe infatti chiesto alla compagna di farsi portare in auto all’Ospedale S. Eugenio di Roma dove lavora il suo cardiologo di fiducia.

La distanza di circa 120 chilometri tra la sua abitazione e il capoluogo romano avrebbe ulteriormente aggravato la situazione. “Pino Daniele è giunto cadavere al Pronto Soccorso dell’Ospedale S. Eugenio di Roma – dichiara Gaspardoni, Direttore UOC di Cardiologia – Sono state fatte tutte le manovre di rianimazione ma era già morto”.

Pino aveva una gravissima malattia alle coronarie da 27 anni, una patologia che era stata trattata e che era stata “controllata” grazie ad interventi di angioplastica – prosegue il cardiologo –  ben 4 interventi negli anni. Purtroppo non è stata una sorpresa, ma proprio grazie agli interventi e procedure effettuati ha potuto vivere fino alla soglia dei sessanta anni”.

Carmine Daniele, fratello di Pino, aggiunge ulteriori dettagli sulla scomparsa dell’artista: “Ho sentito Pino qualche giorno fa, dopo Capodanno, stava bene. Purtroppo in famiglia siamo sei fratelli, tutti cardiopatici. Pino voleva farsi visitare dal suo cardiologo di fiducia, il primario di questo ospedale, un amico”.

 

 

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