Alle 15 il primo voto per il Quirinale | Il Pd per Mattarella, ma Fi non ci sta

di Redazione

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Alle 15 il primo voto per il Quirinale | Il Pd per Mattarella, ma Fi non ci sta

| giovedì 29 Gennaio 2015 - 10:26

L’appuntamento è per oggi pomeriggio, alle 15. Nell’aula di Montecitorio, ci sarà la prima delle votazioni per il nuovo presidente della Repubblica, ma tra le forze politiche ancora si lavora per trovare un candidato quanto più possibile condiviso; una soluzione pare ancora lontana, persa tra veti incrociati e nomi proposti per ricompattare le lacerazioni aperte all’interno degli stessi partiti.

Come quello di Sergio Mattarella, rilanciato dal premier Matteo Renzi per riavvicinare le posizioni dei dem, ma che trova la ferma opposizione di Silvio Berlusconi e di Forza Italia e la freddezza di Angelino Alfano che aveva proposto Pierferdinando Casini.

Si va, allora, come previsto, verso un prevalere delle schede bianche, alla prima votazione di questo pomeriggio, che sarà preceduta da una serie di riunioni e di vertici. Voteranno così Pd, Forza Italia e Ncd-Udc, mentre Lega Nord e Fratelli d’Italia faranno convergere i loro voti su Vittorio Feltri. I grillini attenderanno l’esito del voto dei loro elettori su una rosa di 9 nomi proposti sul blog del loro leader. Tra i candidati proposti ai votanti sul web, anche Romano Prodi e Pierluigi Bersani; nomi indicati per provare a creare ulteriori lacerazioni all’interno del partito del premier dove non pochi esponenti della minoranza dem potrebbero essere tentati di non seguire le indicazioni del segretario.

Oggi, alle 13 Renzi riunirà i 460 grandi elettori del Pd per dettare linea e strategia. Il nome di Sergio Mattarella convince sia Bersani che Fassina e non troverebbe l’oposizione dei fuoriusciti dal M5S. Ma trova un muro in Forza Italia. Silvio Berlusconi, dopo aver riunito i grandi elettori azzurri, ha ribadito che: “Il candidato ancora non c’è. E’ in corso una consultazione permanente per un nome di garanzia”.

Certamente, il nome di Sergio Mattarella potrà ricompattare il Pd, ma non è il più indicato per trovare un intesa con l’ex cavaliere. Il giudice costituzionale, che ha dato il suo nome alla legge elettorale nota come Mattarellum, ha avuto ripetuti scontri con il leader di Forza Italia: nel 1990, quando si dimise da ministro per protestare contro la legge Mammì, prché favoriva l’allora Finivest, e quando si oppose all’ingresso di Fi nel Partito popolare europeo. Il Mattinale, l’agenzia realizzata dal gruppo di Forza Italia alla Camera, lo definisce un altro Scalfaro, il presidente della Repubblica con cui Berlusconi ebbe gli scontri più forti.

> CHI È SERGIO MATTARELLA

Renzi vuol chiudere in fretta una partita in cui sta giocando molta della sua credibilità e la stessa leadership nel partito. Il Pd vorrebbe fissare non due, ma tre votazioni, nella giornata di venerdì, in modo da arrivare alla quarta votazione, dove sarà necessaria la “semplice” maggioranza assoluta dei votanti, già entro sabato. Prima, però, bisognerà trovare un accordo che, ancora, non c’è.

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