Neonata morta, l’assessore agli ospedali: “Se necessario, sanzionate”

di Redazione

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Neonata morta, l’assessore agli ospedali: “Se necessario, sanzionate”

| martedì 17 Febbraio 2015 - 21:38

Dopo il provvedimento di avvio della sospensione dell’accreditamento delle attività di ricovero in ostetricia nell’evento nascita nei confronti della Clinica Gibiino, l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino ha dato disposizioni alle Aziende sanitarie che hanno manifestato indisponibilità di posti letto di Utin nell’ambito del percorso assistenziale della piccola Nicole di valutare la conformità del comportamento tenuto dal personale delle suddette Unità operative rispetto alle linee guida assessoriali del 2010 che prevedono nei casi di particolare urgenza e necessità in aree critiche, come le Utin, l’accoglienza anche in eccesso del paziente in condizioni critiche, invitando le direzioni aziendali ad assumere i provvedimenti sanzionatori nei casi di accertata violazione delle stesse direttive assessoriali.

Analoga disposizione è stata indirizzata all’Azienda Cannizzaro, sede della centrale operativa coinvolta nell’evento per l’adozione dei provvedimenti sanzionatori consequenziali alla non idonea comunicazione intercorsa tra l’operatore della centrale operativa e le aziende interessate. È stata inoltre invitata l’Azienda sanitaria provinciale di Catania – ove non sia già intervenuta – ad attuare un appropriato intervento di supporto psico-sociale, ad elevata integrazione professionale, per la famiglia Di Pietro.

“La comunicazione è una componente essenziale a tutela della sicurezza dei pazienti oltre che nell’umanizzazione dei percorsi assistenziali, come da me costantemente sostenuto e ribadito. I provvedimenti fino ad ora assunti, – precisa l’assessore -, non possono non puntare l’accento anche sul comportamento inadeguato di taluni operatori che, alla luce delle prime risultanza emerse nel caso del decesso della piccola Nicole, mi suscitano profonda indignazione e pertanto da me censurati.

La censura è ancora più forte laddove tali comportamenti incidono, ledendola profondamente, sull’immagine del Servizio sanitario della Regione Siciliana, vanificando gli sforzi compiuti negli ultimi anni per la sua riqualificazione nonché l’operato di tanti operatori che quotidianamente si spendono per la cura dei pazienti nel primario rispetto della dignità della persona”.

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