Divorzio breve, Avvenire: “Traguardo incivile” | “Lo Stato rottama il matrimonio”

di Redazione

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Divorzio breve, Avvenire: “Traguardo incivile” | “Lo Stato rottama il matrimonio”

| giovedì 23 Aprile 2015 - 12:26

L’Avvenire attacca senza mezzi termini la nuova legge sul divorzio breve che, sulle colonne del quotidiano dei vescovi italiani, è definito “un incivile  traguardo” e si parla di “devastante china anti-familiare“.

Nell’editoriale di Luciano Moia, si sostiene che “servono leggi e provvedimenti che sostengano l’impegno della famiglia e che contribuiscano alla crescita di consapevolezza della coppia. E ci ritroviamo, invece, con norme che, favorendo e incentivando il già drammatico senso di precarietà delle relazioni, finiscono per sancire il malcostume dell’instabilità affettiva e del disimpegno familiare”.

Avvenire punta il dito contro il “forsennato lavoro di accetta contro quel che rimane delle tutele a favore della famiglia” da parte dei parlamentari. “Se pensiamo – si legge nell’articolo del quotidiano – che il matrimonio, e la famiglia che da quel matrimonio sboccia, sia un reperto di archeologia sociale, un istituto ormai inadeguato per regolare il traffico impazzito delle relazioni nella nostra fluttuante, capricciosa e scivolosa postmodernità d’occidente, è giusto provvedere alla sua rapida liquidazione. Lo Stato, come brillantemente sta facendo, si preoccupi di dare rilievo solo agli affetti, prosegua nel ribadire la sua estraneità alle reali dinamiche sociali della vita di coppia e mostri rinnovato disinteresse, come finora ha egregiamente fatto, per quelle che sono in difficoltà. Agevoli il più possibile l’azzeramento delle coppie che si arrendono di fronte alle difficoltà di una struttura sociale che sembra congegnata apposta per rendere impossibile la vita familiare”.

“Così, rottamato il matrimonio, avremo un’agile e dinamica società di unioni usa e getta, rapporti più flessibili, disimpegnati, quasi fulminei, facilmente smontabili e ricomponibili. Più nessuna implicazione con concetti vetusti e polverosi, come responsabilità, sacrificio, impegno, dedizione, rinuncia”».

Il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana si chiede: «Vogliamo davvero questo? Bene, allora dobbiamo dirci con franchezza che anche la nostra società sarà senza passato e senza futuro perchè, al di là di quanto proclamato dalle cosiddette ‘teorie del gender’, non abbiamo inventato ancora nulla che possa sostituirsi al matrimonio e alla famiglia».

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