Vizzini (Psi): “Un futuro diverso per Palermo” | E avverte: “No all’antimafia degli affari”

di Redazione

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Vizzini (Psi): “Un futuro diverso per Palermo” | E avverte: “No all’antimafia degli affari”

| domenica 17 Maggio 2015 - 11:05

“Ci vuole un progetto comune alle forze riformiste del centro sinistra per preparare un futuro diverso per una città morente come Palermo”.”

Carlo Vizzini, presidente del consiglio nazionale del Psi, lancia l’allarme e propone una soluzione per arginare il degrado sempre più evidente di Palermo (dal traffico all’immondizia, dal commercio alla Favorita). L’intervento di Vizzini è arrivato a conclusione di una manifestazione del Partito socialista che si è svolta a Palermo e che ha visto la presenza del segretario provinciale Carola Vincenti.

“Palermo versa in una situazione gravissima e lo ha ammesso il sindaco, bacchettando gli assessori, dopo ben tre anni di governo della città – ha iniziato Vizzini -. Il commercio vive una stagione drammatica; l’’immondizia spesso abbandonata si è sostituita con la sua puzza agli antichi profumi; strade e marciapiedi sono spesso dissestati e impraticabili; le periferie totalmente isolate mentre i lavori per le cosiddette grandi opere stanno trasformando il traffico in una drammatica gimkana, senza nessuna certezza sui tempi di realizzazione e sulla trasparenza rispetto alle possibili infiltrazioni mafiose; la Favorita e gli altri parchi sono ai limiti della praticabilità e l’’unica realtà è la prostituzione che prospera. La città è in ginocchio, la riserva che va da monte Pellegrino a Barcarello sta sulla carta ed è inagibile, mentre a Mondello vincono sempre le capanne e non la libertà di vivere il mare. Occorrono concreti piani di risanamento utilizzando seriamente le migliaia di lavoratori tra Comune, precari e società partecipate che sarebbe ora venissero impiegati per rimettere in sesto la città. Occorre sviluppare il turismo per fare di Palermo una vera capitale del Mediterraneo. Dal turismo e dalla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale può venire lavoro per i giovani”.

Vizzini poi ha criticato l’operato del Governo regionale, riservando al presidente Rosario Crocetta qualche stilettata. “Per raggiungere questi obiettivi – ha specificato l’esponente socialista -prepareremo con i partiti alleati un piano concreto della Palermo che verrà. Non parlo della Regione, perché sarebbe come sparare sulla croce rossa. C’’è un presidente che spesso vive all’’insaputa di quanto accade: dal flop del clik day per la formazione, all’’Expo, al non costituirsi parte civile contro i corrotti sino al commissariamento da Roma per la gestione dei depuratori il presidente ha sempre detto di non sapere. La sua ultima sortita sulla riscossione delle imposte – col magico annunzio che c’’è un miliardo da riscuotere – traballa. Si apprende, infatti , che quattrocento milioni riguardano fallimenti e altre centinaia sono contenzioso, mentre dopo due anni e mezzo di governo ci fa sapere che la riscossione si avvale di oltre ottocento avvocati ed aspettiamo di capire quale sarà il bilancio contabile dell’’esercizio in corso della riscossione che già in finanziaria ha ottenuto 40 milioni”.

“In questo quadro – ha concluso Vizzini – bisogna tenere alta la guardia nei confronti del rispetto alla legalità e della lotta alla Mafia. Ma, oggi dobbiamo essere consapevoli che si aggiunge un nuovo nemico: “l’antimafia degli affari”. Episodi come quello dei termovalorizzatori, con enormi somme spese e cantieri mai aperti , del calcestruzzo depauperato in molte opere pubbliche e la stessa idea che l’’antimafia stessa possa generare privilegi e salvacondotti, deve essere combattuta con decisione. Lotta alla mafia e legalità sono precondizioni del buongoverno. Ringraziamo i magistrati fortemente impegnati che parlano con le inchieste ed i processi così come le forze dell’’ordine con le indagini; vogliamo che la politica impari a parlare con gli atti e con i provvedimenti che si assumono in Parlamento e non con semplici dichiarazioni, mentre l’’impegno dei cittadini è necessario ma deve essere frutto di volontariato e senza contributi pubblici o altri benefici. lo Stato deve imparare a spendere le proprie risorse direttamente nelle azioni contro la mafia proprio perché è il volto dello Stato che deve essere mostrato come soggetto che contrasta la criminalità organizzata””.

 

 

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