Pd, Renzi apre sul ddl scuola: “Parliamo” | Ma avverte la minoranza: “Basta diktat”

di Redazione

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Pd, Renzi apre sul ddl scuola: “Parliamo” | Ma avverte la minoranza: “Basta diktat”

| lunedì 08 Giugno 2015 - 23:26

Mantenere il Pd unito ma apertura su scuola e riforme. Lo scontro tra maggioranza e minoranza del Pd sta tutto in questo compromesso: le proposte del premier Renzi  nella direzione nazionale vanno in questa direzione. “Se vogliamo discutere tra di noi facciamolo ma occorre avere un codice di condotta interno, che va approvato, senza diktat. Quando c’è una questione di fiducia e voti contro, non accetto che gli stessi mi facciano la ramanzina sull’unità del partito”.

In altre parole il clima infuocato dei giorni scorsi si è smorzato dopo che Renzi ha promesso di correggere alcune parti della nuova legge sulla scuola e di rendere più accessibile alla minoranza il dialogo sulle riforme. A pattò però di non subire continue pressioni dagli stessi compagni di partito.Del resto il presidente del Consiglio ha sottolineato che il governo è convinto di avere “i numeri” sia sulla scuola che sulle riforme costituzionali, ma che riterrebbe un “errore politico” andare avanti “anche a costo di spaccare il Pd”.

Incassata l’apertura di Gianni Cuperlo: “In direzione discussione serena ma franca”, Renzi ha ribadito che, in commissione Istruzione, comincerà l’esame degli emendamenti e le modifiche della maggioranza dovrebbero riguardare il ruolo dei presidi, prevedendo una loro rotazione dopo due mandati, cioè dopo sei anni. Potrebbe essere rivisto anche il comitato di valutazione dei docenti, con l’esclusione dei rappresentanti dei genitori e degli alunni mentre resta improbabile che i relatori di maggioranza accolgano le proposte di modifica della minoranza Dem su graduatorie e assunzione dei precari di seconda fascia. Intanto, fuori dal Nazareno, si è svolto un sit in di protesta di decine di insegnanti contro il ddl sulla “Buona scuola” in rappresentanza dei 57.500 insegnanti italiani contrari alla Riforma

 

L’altra questione riguarda chiave le riforme costituzionali e in particolare quella sul Senato “fotocopia” della Camera, definito da Renzi “un errore tragico”. “Per me il Senato non si può riunire tutti i giorni. Diciamo come il Bundesrat, una volta al mese. Una volta ogni 20 giorni. L’importante è che non dia la fiducia. Siamo pronti a una discussione nel merito – ha aggiunto – purché si faccia senza che questo sia la scusa per non mandare avanti le riforme”. Ed infine un monito: “Sulle riforme si accelera, non si rallenta. La mia segreteria ha un senso solo se si fanno le cose. Chi volesse oggi bloccare questo percorso mi tolga la fiducia in Parlamento e in direzione, ma finché ciò non avverrà noi tutti i santi giorni che restano da qui al 2018 per il governo e da qui al dicembre 2017 per il Pd, rappresenteremo l’Italia a testa alta”.

 

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