Buona Scuola, il Governo ottiene la fiducia | Al Senato il ddl passa con 159 “sì”

di Redazione

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Buona Scuola, il Governo ottiene la fiducia | Al Senato il ddl passa con 159 “sì”

| giovedì 25 Giugno 2015 - 18:57

Il Governo Renzi incassa la fiducia al Senato. Il maxiemendamento sul ddl “Buona Scuola”, protagonista di polemiche e contestazioni dentro e fuori dall‘Aula, ha ottenuto 159 a favore, i “no” 112. Hanno votato contro, in dissenso dal gruppo dem, i senatori Pd Corradino Mineo, Walter Tocci e Roberto Ruta. Adesso il provvedimento tornerà il 7 luglio alla Camera per ottenere, salvo sorprese, il via libera definitivo.

Un iter parlamentare travagliato quello della riforma scolastica. Fino all’ultimo le opposizioni hanno contestato il provvedimento con il presidente del Senato Pietro Grasso che è dovuto intervenire più volte per richiamare all’ordine i senatori più “agitati”. In mattinata gli esponenti M5S avevano celebrato una sorta di “funerale” della scuola esponendo cartelli in Aula con scritto “Riposi in pace” e accendendo dei lumini elettrici.

Rispetto al ddl originario, il testo approvato contiene diverse modifiche tra cui l’assunzione subito degli oltre 100 mila precari e la frenata sulla chiamata diretta dei prof. In realtà a settembre saranno sanate solo le prime 50 mila posizioni dei precari del 2012 nelle graduatorie ad esaurimento, i quali avranno il diritto di scegliere cattedre vacanti e posti disponibili su turn-over e potranno insegnare fin da subito. Gli altri 48 mila rappresentano saranno distribuiti alle regioni per il 90% in base al numero degli studenti e per il 10% in base alla dispersione scolastica, alla presenza di alunni stranieri, di aree interne, isolane e montane, a bassa densità demografica.

Entro dicembre inoltre dovrà essere emanato il bando per il nuovo concorso. Dopo la riforma, quello del concorso sarà infatti l’unico strumento per accedere al ruolo di insegnante. I posti disponibili saranno 60 mila. Non ci saranno “quote” riservate per i precari di seconda e terza fascia, ma sarà valutato come titolo aggiuntivo il servizio prestato nella scuola, che farà quindi punteggio. Tra le altre novità nel maxiemendamento, il membro esterno che dovrà valutare gli insegnanti e un tetto allo school bonus (100 mila euro) ovvero la possibilità di ottenere uno sgravio fiscale (dal 50 al 65%) sulle elargizioni agli istituti fatte da privati o associazioni.

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