Ecco il primo trapianto “biotech” di pancreas: adesso sarà possibile curare il diabete

di Redazione

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Ecco il primo trapianto “biotech” di pancreas: adesso sarà possibile curare il diabete

| lunedì 31 Agosto 2015 - 11:34

È andato a buon fine il primo trapianto “biotech” di isole pancreatiche effettuato dal Diabetes Research Institute (Dri) dell’Università di Miami: l’operazione ha costituito un primo importante passo verso lo sviluppo del BioHub, un “mini organo” bioingegnerizzato che imita il pancreas nativo per ripristinare la naturale produzione di insulina nei pazienti con diabete di tipo 1.

Per raggiungere questo obiettivo, i ricercatori Usa hanno collaborato con l’ospedale Niguarda e il San Raffaele di Milano. Lo studio, approvato dalla Food and Drug Administration (Fda), prevede il regime immunosoppressivo e sarà limitato ad un numero ristretto di partecipanti.

L’impalcatura utilizzata durante l’operazione è biodegradabile e deriva da una combinazione di plasma del paziente con la trombina, un comune enzima per uso clinico. Quando queste sostanze si legano, creano un gel che si attacca all’omento e mantiene le isole in sede. L’organismo assorbe gradualmente il gel lasciando le isole intatte, mentre si formano nuovi vasi sanguigni che forniscono ossigeno e altri nutrienti necessari per la sopravvivenza delle cellule.

Quando si è affetti da diabete di tipo 1, le cellule che producono insulina nel pancreas vengono distrutte dal sistema immunitario, obbligando il paziente a gestire i livelli di zucchero nel sangue mediante diverse somministrazioni giornaliere di insulina. Il trapianto viene solitamente effettuato “impiantando” le isole pancreatiche nel fegato. In questo caso, però, il contatto delle isole con il sangue attiva una reazione infiammatoria che le danneggia.

La nuova operazione, invece, permette di accedere al sito senza alcuna operazione chirurgica invasiva e di minimizzare la reazione infiammatoria senza comportare danni alle isole trapiantate.

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