L’Ue stabilisce le quote di ricollocamento | Berlino stanzia sei miliardi per i migranti

di Redazione

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L’Ue stabilisce le quote di ricollocamento | Berlino stanzia sei miliardi per i migranti

| lunedì 07 Settembre 2015 - 07:20

La Commissione europea propone di assegnare circa il 60% dei 120 mila rifugiati da ricollocare – presenti in Italia, Grecia e Ungheria – a Germania (31.433), Francia (24.031) e Spagna (14.931). Lo anticipa El Pais. È molto alta la probabilità di un vertice straordinario dei leader europei sulla crisi dei profughi. Il summit, chiesto da Francia e Germania, si dovrebbe svolgere dopo il consiglio straordinario dei ministri dell’Interno Ue del 14 settembre

Al quarto posto, in questa particolare classifica, la Polonia, con 9,287 rifugiati, pari al 7,7% del totale. Quindi l’Olanda (7,214), la Romania (4,646), il Belgio (4564), l’Austria (3,640) e il Portogallo (3,074).

A parte la Polonia, che nelle ultime settimane ha ammorbidito la sua posizione, Bruxelles ha ridotto di molto la quota di rifugiati da assegnare alla Repubblica Ceca (2978), alla Slovacchia (1,502). Infine, quanto all’Ungheria, è stata dispensata dall’accoglimento di rifugiati.

L’ammontare di 120 mila migranti da ricollocare, secondo i calcoli della Commissione, rappresenta appena il 36% degli ingressi che si sono registrati in Italia, Grecia e Ungheria. Il piano, sempre come riferisce ‘El Pais’, costa alle casse dell’Unione 780 milioni di euro.

Saranno 15.600 i richiedenti asilo che saranno ricollocati dall’Italia che si aggiungono ai 24.000 del precedente schema, quello che era stato definito a maggio. Il totale dei ricollocamenti dall’Italia per le due proposte è di 39.600 profughi, secondo quanto riferiscono fonti di Bruxelles.

Ma il nuovo monito arriva dall’Onu secondo il quale almeno 4 milioni di profughi sono pronti a partire e arrivare in Europa se la comunità internazionale non fornirà sostegno e aiuti a Giordania, Libano e Turchia, ha detto il capo dell’ufficio di Ginevra delle Nazioni Unite Michael Moeller.

Angela Merkel intanto ha ringraziato i cittadini tedeschi che hanno accolto i rifugiati arrivati dal confine ungherese. Secondo le stime, nel fine settimana sono arrivati oltre 20mila persone. Il governo tedesco metterà a disposizione degli Stati federati e dei Comuni sei miliardi di euro per far fronte agli arrivi record di migranti nel Paese, riporta la Bbc online.

Verranno inoltre velocizzate le procedure per le domande di asilo e verranno fornite ulteriori strutture per accogliere i profughi. Ai 3 miliardi di euro già annunciati, quindi, se ne aggiungono altri tre per programmi federali di assistenza.

Intanto il premier ungherese Viktor Orban:“L’Europa deve chiudere le frontiere o il rischio è che arrivino milioni di migranti. Immediata la risposta del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon: “L’Ue si muova contro xenofobia”.

Ce l’hanno fatta i volontari austriaci, partiti da Vienna, ad arrivare al confine con l’Ungheria, raggiungere i migranti e portarli oltre confine. Si sono organizzati sui social network: il loro obiettivo non era quello di portare aiuti di prima necessità ma di raggiungere i migranti in marcia verso il confine, caricarli a bordo e portarli in Austria.

Stamattina l’iniziativa ‘#refugeeconvoy’ si è conclusa. La rete di contatti sms del gruppo è stata chiusa, riferiscono all’Ansa gli attivisti italiani del centro sociale Labas di Bologna che hanno partecipato all’iniziativa.

Il portavoce della polizia ungherese aveva avvertito che “gli automobilisti arrivati dall’Austria rischiano l’accusa di traffico di esseri umani” nel caso decidessero di trasportare a bordo delle proprie auto i migranti. Lungo il confine tuttavia, la polizia ungherese ieri non ha effettuato alcun fermo.

Nella serata di ieri, altra doccia fredda, con l’annuncio di una graduale fine delle “misure di emergenza” che hanno consentito il passaggio di migranti attraverso l’Austria senza nessun controllo alle frontiere che era stata decretata dal cancelliere austriaco Werner Faymann. Lo scrive il sito del quotidiano austriaco Der Standard sottolineando che non viene precisato quando le frontiere torneranno ad operare normalmente.

Foto da Twitter

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