Parigi, tensione alta per la conferenza sul clima | Renzi: “L’Italia tra i protagonisti dell’accordo”

di Redazione

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Parigi, tensione alta per la conferenza sul clima | Renzi: “L’Italia tra i protagonisti dell’accordo”

| lunedì 30 Novembre 2015 - 07:57

Combattere il cambiamento climatico creato dall’inquinamento. Quasi due settimane di negoziati, eventi e dibattiti sono in programma alla XXI Conferenza Onu sul clima (Cop21), che prende il via a Le Bourget, appena fuori Parigi. Il vertice proseguirà sino a venerdì 11 dicembre, con l’obiettivo di raggiungere un accordo vincolante.

Il presidente francese Francois Hollande e il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon hanno accolto i circa 150 leader mondiali a Le Bourget, dove si svolgono i lavori. Un minuto di silenzio per le vittime degli attentati di Parigi sarà osservato poco prima dell’intervento del presidente francese. 

A Parigi Intanto è salito a 341 il numero delle persone fermate durante gli scontri in Place de la Republique, a Parigi, provocati dai manifestanti Anti-Cop21 che contestano la conferenza sul clima. Per 317 di loro l’arresto è stato convalidato.

Bernard Cazeneuve, ministro dell’Interno francese, ha garantito che “non verrà fatta confusione tra manifestanti in buona fede e i responsabili di violenze inaccettabili”. I disordini non hanno causato feriti, ad eccezione di un manifestante che ha riportato lesioni superficiali. Alcuni individui a volto coperto hanno tentato di aggredire i poliziotti lanciando bottiglie, sassi, fino a scarpe e altri oggetti lasciati per rendere omaggio alle vittime delle stragi di Parigi del 13 novembre.

Incidenti “scandalosi”. Così il presidente della Repubblica francese Francoise Hollande ha definito gli scontri. “La protesta – ha sottolineato – è avvenuta proprio dove c’erano candele, fiori e altri ricordi” in memoria delle vittime degli attentati.

Intanto, nella notte, appena arrivato a Parigi per partecipare al summit sul clima, il presidente americano Barack Obama si è rercato con il presidente francese Francois Hollande al Bataclan, la sala concerti dove si registrò il maggior numero di morti la sera del 13 novembre scorso, per rendere omaggio alle vittime.

“Abbiamo bisogno di un accordo significativo e forte qui a Parigi sul clima per stare sotto i due gradi”di aumento della temperatura, anche per garantire la pace e la sicurezza internazionale”. Così il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon.

Il premier Matteo Renzi predica unità: “C’è una sfida che riguarda tutti noi, il futuro del pianeta. Senza allarmismi inutili dobbiamo prendere atto che siamo ad un bivio. L’Italia vuole stare tra i protagonisti della lotta all’egoismo, dalla parte di chi sceglie valori non negoziabili come la difesa della nostra madre Terra”.

“Dobbiamo uscire dalla retorica che l’Italia non fa abbastanza – ha continuato Renzi – Il nostro Paese ha ridotto le emissioni del 23% dal 1990, ha un piano di investimenti per quattro miliardi di dollari da qui al 2020, le nostre aziende sono in prima fila, da Eni a Enel. L’Italia ha molto da dire e da fare in questo settore”.

Le difficoltà non mancano: “È una partita molto difficile, e a pranzo c’è stato un momento di confronto anche acceso su questo. Non sarà facile arrivare a un accordo ma è una condizione fondamentale. L’accordo va trovato, siamo tra i protagonisti della Green economy. Sull’efficienza energetica, con i contatori intelligenti, puntiamo alla leadership mondiale“.

Per il presidente Usa Barack Obama, la conferma della Conferenza Onu sul clima nonostante le stragi di Parigi. “Un atto di sfida che prova che niente ci distoglierà dal costruire il futuro che vogliamo per i nostri figli. Sono venuto di persona come rappresentante della prima economia mondiale e del secondo inquinatore”.

“Noi, Stati Uniti, non solo riconosciamo il nostro ruolo nell’aver creato il problema ma ci assumiamo anche la responsabilità di fare qualcosa in proposito. Possiamo cambiare il futuro qui e adesso – ha aggiunto Obama – Qui a Parigi confermiamo il nostro impegno per sostenere i Paesi che decidono di saltare la ‘parte sporca’ del loro sviluppo”.

Sulla stessa linea anche il ministro degli esteri francese Laurent Fabius: “L’accordo finale della Conferenza Onu per il clima dovrà essere universale ed ambizioso e giuridicamente vincolante”.

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