La mappa della fedeltà al fisco secondo la Cgia | Il Trentino al top, la Calabria fanalino di coda

di Redazione

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La mappa della fedeltà al fisco secondo la Cgia | Il Trentino al top, la Calabria fanalino di coda

| sabato 02 Aprile 2016 - 10:53

Al Nord i cittadini sarebbero più fedeli al fisco secondo uno studio della Cgia di Mestre. Nel Nordest la correttezza dei contribuenti nei confronti del Fisco si attesta su livelli molto più elevati che nel resto dell’Italia.I cittadini più fedeli sarebbero i residenti del Trentino Alto Adige, dove l’indice di fedeltà fiscale è pari a 166,4. Seguono Veneto e Piemonte (entrambi con indice 133,5). Seguono quelli del Friuli Venezia Giulia (127,9), dell’Emilia Romagna (125,7), della Valle d’Aosta (123) e della Lombardia (121,5). Nella terza fascia, quella medio alta, troviamo gran parte delle regioni del Centro, capeggiate dall’Umbria (117,2), mentre l’Abruzzo (101,3) è pressoché in linea con il dato medio Italia (100).  All’ultimo posto figura la Calabria dove la rischiosità fiscale è più elevata (73,8).

“Secondo le stime del governo – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – l’evasione di imposta presente in Italia si aggira attorno ai 90 miliardi di euro all’anno. Essendo pressoché impossibile ripartire in maniera puntuale a livello territoriale questo mancato gettito, sappiamo, dai dati del ministero dell’Economia, che al Sud il rapporto tra le imposte evase e il gettito potenziale è più elevato che nel resto del paese. E in alcuni casi sfiora il 60%, ovvero 60 centesimi di gettito evaso per ogni euro regolarmente versato. In linea teorica, comunque, possiamo affermare che 20,9 milioni di cittadini residenti nel Mezzogiorno (Sardegna esclusa) presentano una rischiosità fiscale molto elevata, mentre il livello di pericolosità dei 39,9 milioni di abitanti del centronord è relativamente molto basso (Lazio escluso)”.

“Anche al Sud – dichiara il segretario della Cgia Renato Mason – ci sono dei segnali che ci consentono di affermare che è in atto una importante inversione di tendenza. Cosa che non succedeva da moltissimi anni. Sul fronte della diffusione del lavoro nero, ad esempio, tra il 2000 e il 2013 questa ripartizione territoriale ha segnato la contrazione del tasso di irregolarità degli occupati più elevata di tutte le altre. A dimostrazione che anche nel Mezzogiorno ci sono dei segnali di legalità che vanno rafforzati, attraverso la crescita e l’occupazione per mezzo degli investimenti”.

 

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