“Aftab voleva colpire l’aeroporto di Bergamo” | Era il capitano dell’under 19 italiana di cricket

di Redazione

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“Aftab voleva colpire l’aeroporto di Bergamo” | Era il capitano dell’under 19 italiana di cricket

| mercoledì 03 Agosto 2016 - 08:26

Era pronto a colpire l’aeroporto di Bergamo “Orio al Serio” Farook Aftab, il magazziniere di 26 anni di Vaprio d’Adda (Milano), espulso perché accusato di essere un “aspirante combattente” dell’Isis. Lo rivela il Corriere della Sera. Voleva il martirio e riteneva gli attentati di Parigi una “legittima” reazione alle operazioni dalla Francia.

Secondo gli accertamenti del Ros di Milano, Aftab aveva esaminato su internet documenti e filmati riconducibili al fondamentalismo islamico e al terrorismo di matrice jihadista. Aveva inoltre giurato, in modo anonimo, sottomissione al Califfo davanti a un video on line, seguendo così il rito previsto dall’Isis per gli aspiranti affiliati che si trovino in uno stato occidentale.

Arrivato nel nostro Paese nel 2003, Farook aveva provato a ottenere la cittadinanza italiana, ma la richiesta era stata respinta questa primavera. “Non mi sono convertito al Califfato. Non sono mai andato sui siti degli estremisti. Sono un musulmano ma non un terrorista, tutti mi conoscono come una persona disponibile”, aveva detto il musulmano prima di essere espulso.

Adesso si sa qualcosa in più sul giovane. Aftab era un campione di cricket e per un paio d’anni è stato persino capitano della Nazionale italiana under 19, vestendo la maglia azzurra nelle competizioni internazionali.

“È stato un fulmine a ciel sereno, ancora non ci credo”, dice il presidente del club Kingsgrove Milano, dove il pakistano giocava.

“Era diventato capitano della Nazionale proprio perché era una persona affidabile. Sempre pronto a dare una mano e a impegnarsi per gli altri”, racconta ancora a La Stampa Fabio Marabini, presidente del Kingsgrove Milano.

Increduli anche i dirigenti della Federazione italiana cricket: “Da un mese sapevamo che l’iter per ottenere la cittadinanza era stato bloccato – afferma il presidente Simone Gambino -. Avevamo capito che stava succedendo qualcosa, ma mai ci saremmo immaginati queste accuse. Speriamo che sia solo un grande fraintendimento”.

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