Sul caso “emailgate” che ha investito la candidata democratica Hillary Clinton nel bel mezzo della campagna elettorale per le presidenziali, il Dipartimento di Giustizia americano vuole vederci chiaro. È stata così aperta un’inchiesta sull’operato dell’Fbi: l‘ispettore generale dovrà accertare se le decisioni investigative dell’Fbi siano state prese in base ad analisi errate.

Una settimana prima delle elezioni, il direttore dell’Fbi, James Comey, aveva reso noto che il Bureau aveva scoperto nuove email relative al caso Clinton. Successivamente, l’Fbi disse che i nuovi documenti non cambiavano le sue conclusioni, che assolvevano la candidata democratica. Ma a quel punto la marcia indietro non servì e alla guida della Casa Bianca fu eletto Donald Trump.

Intanto, secondo “fonti americane” citate dal “Daily Telegraph online”, è emerso che la consegna da parte dell’ex agente dell’Mi6, Christopher Steele, all’Fbi del dossier su commissione da lui realizzato sui presunti rapporti fra Donald Trump e la Russia sarebbe stato preceduto da un via libera dall’interno del governo britannico. Certamente non una buona premessa per i rapporti tra Theresa May e il presidente eletto degli Usa.