La Consob avvisa: “Presto una stretta monetaria” | “L’Italexit? Sarebbe uno choc per l’eurozona”

di Redazione

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La Consob avvisa: “Presto una stretta monetaria” | “L’Italexit? Sarebbe uno choc per l’eurozona”

| lunedì 08 Maggio 2017 - 13:47

L’inflazione si sta progressivamente riportando in prossimità dell’obiettivo del 2 per cento, mentre negli Stati Uniti è già in corso un inasprimento monetario. L’Italia dovrà preparasi ad affrontare la nuova situazione che si profila, non potendo più contare sul puntello esterno della leva monetaria“. Queste le dichiarazioni del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, rese nel discorso annuale al mercato finanziario.

Il quantitative easing della Bce “ha ridotto la pressione su quei Paesi, come il nostro, che più di altri avevano bisogno di recuperare terreno sul piano della competitività, della stabilità e della convergenza ma questa opportunità non è stata colta come dimostra il fatto che negli ultimi vent’anni il sistema produttivo italiano ha subito un’erosione di competitività nell’ordine del 30% rispetto alla Germania”, ha aggiunto Vegas.

Il divario è all’origine del “differenziale di rendimento tra i titoli di Stato dell’Eurozona”. “La moneta unica – ha aggiunto Vegas – ha creato un ecosistema in cui la competitività può essere difesa e incrementata solo attraverso le leve dell’istruzione, dell’innovazione e delle riforma del quadro macroeconomico”.

Per Vegas, una “Italexit sarebbe uno shock per l’intera eurozona. Ne metterebbe a rischio la sopravvivenza. Lo scenario Italexit metterebbe a repentaglio la stabilità, il buon funzionamento del sistema finanziario e la salvaguardia del mercato”, ha aggiunto Vegas.

“Il primo e provvisorio bilancio di applicazione del bail-in non può dirsi positivo – prosegue il presidente della C0nsob – Le stesse regole che l’Europa si è datata per assicurare stabilità si sono rivelate in questo caso un fattore di instabilità – ha detto Vegas, secondo il quale la gestione delle crisi può richiedere interventi tempestivi incompatibili con i meccanismi Francoforte-Bruxelles”.

Vegas ha quindi evidenziato che “alla prova dei fatti, l’idea di circoscrivere ai soli investitori di una banca i costi del salvataggio si sta mostrando illusoria”. Inoltre il bail-in “in assenza di un’adeguata fase di transizione si è rivelato uno shock normativo che ha contribuito a minare la fiducia nel sistema bancario. Il bail in ha anche ridotto, fin quasi ad azzerarlo, lo spazio di manovra della vigilanza preventiva“.

“La sfida che oggi in tutto il mondo i regolatori dei mercati finanziari hanno davanti a sé si chiama Fintech, ovvero digitalizzazione e disintermediazione dell’industria finanziaria”, ha aggiunto Vegas. “L’innovazione presenta, come sempre, opportunità ma anche rischi e se non si vuole il far West occorrerà procedere a regolamentare i nuovi fenomeni”.

Adeguarsi alla nuova realtà è vitale per il Paese e per l’industria in quanto “ogni ritardo comporta una perdita di competitività“. “Le stesse autorità di controllo dovranno adattare al nuovo contesto strutture e metodi di lavoro tanto che nella Consob di domani ci sarà bisogno di più ingegneri e meno avvocati”, conclude Vegas.

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