Omicidio nel Napoletano, ucciso un gioielliere |L’ipotesi della rapina non è la più accreditata

di Redazione

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Omicidio nel Napoletano, ucciso un gioielliere |L’ipotesi della rapina non è la più accreditata

| martedì 09 Maggio 2017 - 10:36

Giallo nel cuore di Marano. Un gioielliere è stato ritrovato senza vita nel suo negozio, nella centralissima via Merolla.

La vittima è Salvatore Gala, 43 anni. Il corpo senza vita è stato scoperto questa mattina all’interno della sua gioielleria. Gala non era rientrato a casa la scorsa notte e la madre, insospettita, ha allertato le forze dell’ordine.

Secondo i carabinieri, l’ipotesi meno accreditata sarebbe quella di una rapina finita nel sangue anche se il negozio era stato messo a soqquadro e la cassaforte è stata ritrovata aperta e senza gioielli.

Dai primi esami, verosimilmente l’uomo è deceduto nella serata di ieri. “Ho aperto la porta della gioielleria e l’ho trovata a soqquadro: la cassaforte era aperta e vuota. Poi mi sono affacciato dietro il bancone. C’era il corpo di Salvatore, in una pozza di sangue. Una scena raccapricciante”, ha detto Giuseppe Iavarone, l’uomo che ha scoperto il cadavere del gioielliere.

“Non volevo dirlo alla madre – continua – ma lei ha capito tutto, guardandomi in faccia”. “Quando ho aperto il negozio, alle 6:40, – dichiara Giuseppe Iavarone – la saracinesca della gioielleria era già aperta. Non ho sospettato che fosse successo qualcosa. Poi è arrivata la zia, cha ha bussato alla porta del negozio, ma nessuno ha aperto”.

Il racconto prosegue: “Alle 9 è tornata la sorella, che poi si è recata a Qualiano, dove la famiglia abita, per recuperare le chiavi di riserva. Quando è tornata ha chiesto a me il piacere di aprire il negozio. Mi sono trovato di fronte un negozio messo a soqquadro. La cassaforte era aperta è vuota”.

“Quando mi sono affacciato al bancone davanti mi sono ritrovato una scena raccapricciante: Salvatore era a terra, in una pozza di sangue – racconta sconvolto Iavarone – Non so dire se è stato vittima di un colpo di pistola o di una martellata in testa“.

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