Un altro eroe del triplete interista appende gli scarpini al chiodo. Dopo Julio Cesar, stavolta è il turno di Thiago Motta, che ha deciso di chiudere la carriera al termine della stagione in corso, per passare ad allenare l’Under 19 del Paris Saint-Germain, da ormai sei anni la sua casa. Lo ha annunciato lo stesso italo-brasiliano, in un’intervista allo speciale della Gazzetta dello Sport sul calcio estero: “Sento che è arrivato il momento di smettere, e ringrazio il presidente Al-Khelaifi per avermi concesso l’opportunità di ripartire dalla panchina. Comincio dai giovani, ma mi piacerebbe arrivare ad allenare Neymar con il mio staff”.
Tanto spazio anche per i ricordi di una carriera giocata sempre ad altissimi livelli: “Arrivato a Barcellona ho sofferto il rapporto con qualche allenatore, su tutti van Gaal e Antic, ma ho avuto la fortuna di avere come capitano Luis Enrique, il migliore in assoluto. Iniesta è sempre stato un fuoriclasse, si vedeva già a 14 anni. Messi? Una volta entrai duro su di lui in allenamento e il padre mi disse che avevo esagerato, ma era l’unico modo per fermarmi”.
Inevitabile parlare della sua esperienza in Italia: “Dovevo arrivare già nel 2003, Galliani propose al Barcellona uno scambio con Javi Moreno e a me un contratto triennale. Cinque anni dopo, andai al Genoa: Gasperini mi fece innamorare di nuovo del calcio, anche se al primo allenamento pensavo di andar via, dopo 3 ore avevo paura per il mio ginocchio. Mourinho è stato straordinario, da gennaio in poi ha motivato alla grande la squadra e dopo gli ottavi di Champions vinti contro il Chelsea abbiamo capito che l’impresa era possibile. In Nazionale ho vissuto momenti bellissimi, e mi dispiace esser definito oriundo, io mi sono sempre sentito un italiano nato all’estero”.
