Aristotele, “Etica Nicomachea”: la traduzione de “L’amicizia”

di Redazione

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Aristotele, “Etica Nicomachea”: la traduzione de “L’amicizia”

| giovedì 21 Giugno 2018 - 09:49

L’Etica Nicomachea è una raccolta di appunti di Aristotele, la sua opera più importante. L’Etica Nicomachea fu scritta in più di dieci anni e può essere considerata il primo trattato sull’etica. 

L’ottavo libro si apre con “L’amicizia”. Ecco la traduzione del primo capitolo:

[1155a] Dopo queste cose, dovrà far seguito una trattazione dell’amicizia, poiché essa è una virtù o è accompagnata da virtù, ed è, inoltre, radicalmente necessaria alla [5] vita. Infatti, senza amici, nessuno sceglierebbe di vivere, anche se possedesse tutti gli altri beni; anzi si ritiene comunemente che siano proprio i ricchi e i detentori di cariche e di poteri ad avere il più grande bisogno di amici: infatti, quale utilità avrebbe una simile prosperità, se fosse tolta quella possibilità di beneficare che si esercita soprattutto, e con molta lode, nei riguardi degli amici? Ovvero, come potrebbe essere salvaguardata questa prosperità [10] e conservata senza amici? Quanto più è grande, infatti, tanto più è esposta al rischio.

E nella povertà e nelle altre sventure gli uomini pensano che l’unico rifugio siano gli amici. Essa poi aiuta i giovani a non commettere errori, i vecchi a trovare assistenza e ciò che alla loro capacità d’azione viene a mancare a causa della debolezza, ed infine, coloro che sono nel fiore dell’età [15] a compiere le azioni moralmente belle: “Quando due uomini vanno insieme…”, infatti, hanno una capacità maggiore sia di pensare sia di agire.

E sembra che tale atteggiamento sia insito per natura nel genitore verso la prole e nella prole verso il genitore, non solo negli uomini, ma anche negli uccelli e nella maggior parte degli animali, negli individui appartenenti alla stessa specie fra di loro, [20] e soprattutto negli uomini, ragion per cui noi lodiamo coloro che amano gli altri esseri umani. E si può osservare anche nei viaggi come ogni uomo senta affinità ed amicizia per l’uomo. Sembra, poi, che sia l’amicizia a tenere insieme le città, ed i legislatori si preoccupano più di lei che della giustizia: infatti, la concordia sembra essere qualcosa di simile [25] all’amicizia; ed è questa che essi hanno soprattutto di mira, ed è la discordia, in quanto è una specie di inimicizia, che essi cercano soprattutto di scacciare. Quando si è amici, non c’è alcun bisogno di giustizia, mentre, quando si è giusti, c’è ancora bisogno di amicizia ed il più alto livello della giustizia si ritiene che consista in un atteggiamento di amicizia.

Pertanto l’amicizia non solo è una cosa necessaria, ma è anche una cosa bella: infatti, [30] noi lodiamo coloro che amano gli amici, anzi si ritiene che l’avere molti amici sia qualcosa di bello; ed inoltre, si pensa che sono gli stessi uomini che sono buoni ed amici. 

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