Spaccio di crack a Palermo, 8 persone in manette: tra loro anche minori

di Emanuele Termini

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Spaccio di crack a Palermo, 8 persone in manette: tra loro anche minori

| lunedì 18 Febbraio 2019 - 07:33

Otto persone, tra cui tre minori, sono stati arrestate nelle prime ore del mattino dai carabinieri di Palermo San Lorenzo perché ritenute responsabili a vario titolo di “spaccio di sostanze stupefacenti, evasione e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale”. A firmare le ordinanze dell’operazione “Pellicano” è stato il gip presso il Tribunale ordinario e per i minorenni, su richiesta della locale Procura.

L’indagine avviata nel gennaio 2018 dai carabinieri della Stazione Falde si è sviluppata “dal costante monitoraggio del palazzo di ferro, sito al civico 56 di via Brigata Aosta, contesto tristemente noto in quanto interessato in un recente passato da cruenti episodi di violenza, sfociati in aggressioni e sparatorie”. È stata quindi ricostruita dettagliatamente l’attività illecita realizzata dagli indagati, “delineando ruoli e funzioni dei componenti, nonché di confermare la presenza di una piazza di spaccio, avente ad oggetto sostanza stupefacente del tipo crack, cocaina ed hashish“.

Le dinamiche oggetto di osservazione hanno fatto emergere come le illecite attività siano il risultato della complicità di Francesco Paolo Avvenimenti, Giulio Avvenimenti, Salvatore Tutone e Alessandro Tutone, pienamente operativi insieme ad altri 3 minori, un diciassettenne e due quindicenni, che si suddividevano in compiti e ruoli precisi. La cessione aveva normalmente inizio con il transito in via Brigata Aosta dei potenziali acquirenti, i quali venivano invitati a stazionare nella zona adiacente al palazzo sito al numero 56, al fine di verificare l’assenza di controlli delle forze dell’ordine.

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A quel punto, come spiegano i carabinieri, seguivano quindi due pratiche, alternative tra loro: “o i soggetti si spostavano nell’androne, oppure la cessione veniva effettuata in strada, anche attraverso l’occultamento della sostanza stupefacente nella bocca del “pusher”, poi sputata al momento della consegna”. Le operazioni vedevano coinvolti, oltre gli acquirenti, anche più indagati in maniera sinergica, compresi i minori, posto che uno o due di loro avevano il compito di sorvegliare la zona e la buona riuscita della cessione, mentre un altro si occupava della consegna vera e propria della sostanza stupefacente e dell’incasso della somma, pattuita con l’acquirente.

“Al fine di eludere l’eventuale attività di investigazione in alcune occasioni la consegna dello stupefacente avveniva da parte di soggetto diverso da quello che aveva ricevuto il denaro e solo dopo aver ottenuto l’assenso di quest’ultimo, previa verifica delle banconote ricevute. Per nascondere le sostanze, prevalentemente crack, ma anche cocaina e hashish, venivano destinati i vari contatori Enel posti all’interno dell’androne del palazzo di ferro; le tasche esterne della bicicletta utilizzata dai pusher oppure quelle degli indumenti indossati; ed ancora oggetti di vario genere come ad esempio un bicchiere di plastica, nel quale venivano occultate le palline – forma in cui si presenta tipicamente la sostanza del tipo crack, oppure sacchetti plastica. In varie circostanze, è stato documentato il lancio dello stupefacente dal balcone di un’abitazione”.

La gestione della piazza di spaccio

A rendere lo scenario quanto più grave, è l’aver monitorato innumerevoli cessioni effettuate in presenza dei bambini che, all’oscuro dell’illecita compravendita, osservavano le vendite delle dosi di crack, vendute al prezzo di 10 euro. Non meno grave, il fatto che la piazza di spaccio sorgesse a poche centinaia di metri da scuole frequentate da giovanissimi studenti e dal S.E.R.T.. È emerso come Alessandro Tutone, nonostante fosse sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, si allontanasse regolarmente dalla propria abitazione, raggiungendo quella di Giulio Avvenimenti, anch’egli sottoposto alla stessa misura.

Roberto Sammartino invece, sebbene sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, ha violato in più occasioni la misura restrittiva recandosi anche ad acquistare la droga. Gli arrestati tradotti in carcere sono i gemelli Avvenimenti, Francesco Paolo e Giulio, di 22 anni, i cugini Salvatore ed Alessandro Tutone, di anni 19 e 34, ed Sammartino, 46 enne. Per i tre minori, è stata disposta la misura del collocamento in comunità. Sono ben 694 le cessioni documentate durate l’attività d’indagine, 21 le persone segnalate alla Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti.

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