Iraq, è polemica dopo il post di Di Battista (M5S) | “Terrorismo unica arma rimasta a chi si ribella”

di Redazione

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Iraq, è polemica dopo il post di Di Battista (M5S) | “Terrorismo unica arma rimasta a chi si ribella”

| sabato 16 Agosto 2014 - 17:17

Fa discutere il post sul blog  di Grillo dal deputato M5S  Alessandro Di Battista su “Isis, che fare?”: “Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano – scrive ancora Di Battista – con il quale nemmeno intavolare una discussione. Questo è un punto complesso ma decisivo. Nell’era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella”.

“È triste ma è una realtà – continua Di Battista –  Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana. Non sto ne giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire. Per la sua natura di soggetto che risponde ad un’azione violenta subita il terrorista non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo ad interlocutore. Compito difficile ma necessario, altrimenti non si farà altro che far crescere il fenomeno”.

Secondo Di Battista, inoltre, “occorre legare indissolubilmente il terrorismo all’ingiustizia sociale. Il fatto che in Africa nera la prima causa di morte per i bambini sotto i 5 anni sia la diarrea ha qualcosa a che fare con l’insicurezza mondiale o con il terrorismo di Boko Haram? Il fatto che Gaza sia un lager ha a che fare con la scelta della lotta armata da parte di Hamas?”

E scoppia la polemica: “Chi giustifica il terrorismo ne è corresponsabile. Pare che al mio collega Alessandro Di Battista manchi persino il rispetto per i morti civili”. Così su Twitter la deputata del Pd Anna Ascani.

Il vicesegretario Pd Deborah Serracchiani poi rincara la dose. Le parole di Alessandro Di Battista sulla situazione in Iraq “non vanno sottovalutate”. “Quelle frasi – ha sottolineato ancora Serracchiani – rappresentano un pericolo per la tenuta di principi sui quali non si può transigere e delineano un indirizzo preoccupante della politica estera del M5S”.

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