Protesta degli edili a Palermo | “Tutelare prima i lavoratori e poi i beni”/ VIDEO

di Stefania Brusca

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Protesta degli edili a Palermo | “Tutelare prima i lavoratori e poi i beni”/ VIDEO

| martedì 05 Novembre 2013 - 11:15

Sit-in davanti alla prefettura di Palermo dei lavoratori edili che oggi hanno incrociato le braccia per chiedere l’apertura di un tavolo con l’Agenzia nazionale dei beni confiscati:  “Siamo preoccupati per il futuro dei lavoratori edili che operano nelle aziende confiscate in Sicilia – dice Franco Tarantino segretario regionale Fillea Cgil  – valutiamo che le decisioni assunte dall’agenzia nazionale vanno in una direzione nella quale si salvaguardano i beni delle aziende ma non i lavoratori. Noi vorremmo ribaltare questo ragionamento: prima si pensi ai lavoratori e poi si pensi ai beni”. Per questo i sindacati chiedono un tavolo con l’Agenzia nazionale e un rapporto stretto con il ministero dello Sviluppo economico “per definire dei piani industriali – conclude Tarantino – che oltre a salvaguardare i beni tutelano l’attività lavorativa”. Gli operai delle imprese del settore chiedono anche un’anagrafe pubblica delle aziende sequestrate. Previsto in mattinata un incontro con il prefetto.

 “In 31 anni sono state sequestrate 7236 aziende in tutta Italia, e l’80% di questi sequestri sono distribuiti in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia – spiega Salvatore Lo Balbo, segretario nazionale Fillea Cgil – ma diventa estremamente difficile trovare in rete informazioni, nomi e cognomi delle imprese interessate dal provvedimento, per questo chiediamo un’anagrafe pubblica per individuare quali sono le aziende attive dopo il provvedimento di sequestro e per far sì che possano essere messe in condizioni di lavorare; non serve una legge per farlo, ma è come se lo Stato facesse di tutto per mantenere sotto traccia queste aziende – continua – se a ciò si aggiungono gli ordinari ostacoli burocratici, diventa quasi impossibile restare sul mercato”.

I lavoratori che aderiscono a Fillea Cgil non si dichiarano del tutto contrari alla vendita dei beni sequestrati “ma bisogna intendersi sul modo – dicono – bisogna tutelare i lavoratori, un’azienda sequestrata non ha gli stessi problemi di un appartamento, per questo chiediamo di non spezzettare i gruppi di patrimoni confiscati, non si può decidere di comprare o vendere soltanto la parte ‘buona’ di un ramo d’azienda, cosi si svaluta un bene che in passato ha fatto grandi utili e profitti”.

 “Un’ulteriore garanzia – continua Lo Balbo – potrebbe essere quella di creare un ufficio di attività sindacali e produttive all’interno dell’Agenzia per poter conoscere e gestire meglio i problemi di migliaia di dipendenti. Da anni chiediamo un maggior coordinamento con l’agenzia nazionale dei beni confiscati, per questo speriamo di avere risposte dall’incontro di oggi con il prefetto. Ma è fondamentale il coinvolgimento del ministero dello Sviluppo economico per attivare piani di impresa che salvaguardino l’occupazione“.

 

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