Imu, tra incertezze e paradossi. Una settimana di tempo per sapere se e quanto pagare

di Stefania Brusca

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Imu, tra incertezze e paradossi. Una settimana di tempo per sapere se e quanto pagare

| giovedì 07 Novembre 2013 - 11:57

Sarà difficile per il governo restare in bilico tra due fuochi sul delicato tema “tasse”. Mentre il governo discute su come finanziare l’abolizione della seconda rata Imu di quest’anno, centinaia di sindaci ossessionati dai conti in rosso continuano a ritoccare le aliquote nella speranza che questa opzione non si verifichi. Se alla fine si decidesse di per il sì al tributo, come riportato nel Corriere della Sera, nei comuni che deliberassero un aumento delle aliquote rispetto al 2012 per pagare solo la seconda rata 2013 i contribuenti finirebbero, paradossalmente, per pagare di più di quanto versato lo scorso anno per la somma complessiva.

E i cittadini non sanno che pesci prendere. I centri di assistenza fiscale infatti denunciano che il governo dà loro tempo fino al 9 dicembre per pubblicare i regolamenti che potranno equiparare all’abitazione principale gli immobili concessi in comodato ai parenti. I cittadini quindi avranno meno di una settimana, quella compresa fra il 9 e il 15 dicembre, per sapere con precisione se e quanto pagare.

Il Pdl tiene a dire la sua, nonostante le divisioni interne, e uno dei punti su cui non vuole cedere è proprio l’Imu. Alfano è intervenuto ieri sul tema:  “La seconda rata non si pagherà. È un impegno assunto con il Parlamento e con gli italiani ed è un impegno che sarà mantenuto, che dovrà essere mantenuto. Anche il ministro Saccomanni, pur nella difficoltà della situazione, ha detto che si può eliminare”.

Le parole del vicepremier arrivano dopo il nuovo allarme lanciato dal ministro dell’economia: “Il reperimento delle risorse non è facile, si tratta di trovare un consenso politico se si vuole intervenire in un modo piuttosto che in un altro”.

Intanto si apre il fronte partite Iva, secondo quanto prevede una norma del governo Monti, il primo gennaio 2014 dovrebbe scattare l’aumento dei contributi previdenziali. Il viceministro Fassina si dice favorevole a bloccarlo, ma ormai le aziende hanno già speso delle somme, che in tempo di crisi hanno il loro peso, per aggiornare i software secondo le nuove norme.

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