La svolta della Cina: stop al controllo delle nascite e ai campi di lavoro

di Alessia Bellomo

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La svolta della Cina: stop al controllo delle nascite e ai campi di lavoro

| venerdì 15 Novembre 2013 - 16:23

La Cina guarda a Occidente: Pechino annuncia due grandi cambiamenti che sembrano il segno di una trasformazione inesorabile del paese. Una trasformazione che inizio con una possibile apertura del sistema industriale, governato finora dallo Stato e che potrebbe vedere l’inserimento nella competizioni di privati e soprattutto un limitato impiego di investimenti dall’estero. Questo è il più grande cambiamento nell’economia cinese dal 1978, ma le altre due riforme decise dal Comitato centrale del Partito: sono ancora più incredibili: si parla di figlio unico e campi di lavoro.

La Cina ha deciso di abbandonare alla fine il controllo delle nascite: da decenni le famiglie cinesi sono obbligate ad avere solo un figlio. Questa politica non verrà abbandonata del tutto, ma sarà ammorbidita in una nuova ottica di “sviluppo equilibrato” della popolazione cinese. La legge di controllo delle nascite entrò in vigore nel 1979 per bloccare l’incredibile incremento demografico, ma adesso nelle giovani coppie cinese probabilmente uno o entrambi i componenti sono figli unici e vi è un allarme sul progressivo invecchiamento della popolazione, con un calo di quella in età da lavoro.

Altro sistema in rivoluzione è quello della “rieducazione attraverso il lavoro”, con un miglioramento delle leggi in materia di correzione e punizione: la Cina adesso vuole aiutare i detenuti a tornare nella società, anche con il miglioramento del sistema carcerario. Altro passo fondamentale sarà la graduale riduzione dei crimini soggetti alla pena di morte.

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