Crocetta-Ars, clima teso dopo le esternazioni del presidente | Cracolici caustico: “Entrare in Giunta non è una mia aspirazione”

di Gabriele Ruggieri

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Crocetta-Ars, clima teso dopo le esternazioni del presidente | Cracolici caustico: “Entrare in Giunta non è una mia aspirazione”

| giovedì 16 Gennaio 2014 - 14:50

Rosario Crocetta cambia radicalmente registro e sposa una linea più morbida nei confronti dei deputati indagati dalla magistratura per le cosiddette “spese pazze” dei gruppi parlamentari dell’Ars.

Ieri, nel corso della conferenza stampa di presentazione della manovra Finanziaria, Crocetta si era dimostrato oltremodo duro, scagliandosi contro l’illegalità e i rimborsi ai gruppi “da tagliare drasticamente per evitare che si possa verificare una storia del genere”, cogliendo persino l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del Pd: oggi, il governatore abbassa il tiro.

Non è una retromarcia ma di sicuro una brusca frenata. Nei confronti del presidente sono arrivati gli strali di numerosi esponenti di Palazzo dei Normanni, che hanno percepito nelle parole di Crocetta una speculazione mediatica decisamente fuori luogo. Con alcune dichiarazioni di agenzia, il presidente della Regione cerca di smorzare i toni, anche perché il quadro politico resta piuttosto incerto e l’ennesimo disastro d’immagine non giova a nessuno. Certo è che la tensione resta alta.

Crocetta dunque sceglie la strada di una maggiore prudenza, ribadisce qualche “stoccata” ma edulcora la pillola.

“Ritengo che l’indagine della magistratura sulle spese dei gruppi dell’Assemblea vada profondamente rispettata, non esistono inchieste di seria A e di serie B”, rivela all’Ansa il governatore, che invoca persino prudenza: “Prima di formulare ogni giudizio – dice– bisogna attendere la conclusione, però la mia valutazione in merito al rimpasto di governo è tutta politica”.

Il riferimento è alle parole pronunciate proprio in conferenza quando Crocetta, ai cronisti che gli chiedevano lumi sulla possibilità di un rimpasto, aveva risposto che se avesse dato ascolto a chi gli chiedeva di inserire dei deputati nel governo, a quest’ora la Sicilia avrebbe la giunta più indagata d’Italia.

“Mi sembra totalmente inopportuno – continua – parlare di rimpasto con l’ingresso di parlamentari in un momento cosi difficile e di grande sofferenza della politica siciliana, l’opinione pubblica non lo comprenderebbe: questo non significa affatto esprimere un giudizio sui comportamenti dei singoli parlamentari i quali, ne sono certo, avranno la possibilità di dimostrare la propria estraneità ai fatti perché esiste una grandissima differenza tra chi organizza un convegno e chi compra una fuoriserie”.

“Questa indagine sulle spese dei gruppi parlamentari dell’Assemblea per me è motivo di sofferenza e persino di dolore, – aggiunge Crocetta – perché conosco l’operato cristallino di alcuni dei deputati coinvolti. Tutti quanti però dobbiamo dare il segnale che a Palermo la politica rispetta le leggi e i magistrati. Dobbiamo intervenire con una legge molto rigida e severa per impedire che per l’assenza di legislazione tutto possa diventare reato e niente lo sia”.

“Non vorrei che l’inchiesta in corso sulle spese dei gruppi parlamentari dell’Assemblea – conclude Crocetta – metta in ombra la grande azione riformatrice portata avanti dal governo e dal Parlamento siciliano. In finanziaria sono presenti tagli agli sprechi e ai privilegi senza precedenti, a partire dalla soppressione di 24 società partecipate dalla Regione”.

“Non so a chi si riferisca Crocetta, non è nelle mie aspirazioni entrare in giunta…”. Questa la risposta del deputato regionale, Antonello Cracolici, uno degli indagati nell’inchiesta della Procura di Palermo. “Non ho mai utilizzato un euro – ha ribadito Cracolici – per attività private o per comprare beni per il mio soddisfacimento personale, credo di aver dimostrato sobrietà durante la mia gestione. Non ho fatto spese pazze”.

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