La mini Imu si pagherà più cara a Torino, Milano e Genova

di Alessandro Amato

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La mini Imu si pagherà più cara a Torino, Milano e Genova

| sabato 18 Gennaio 2014 - 11:03

Vivere nelle grandi città del nord del Paese avrà un certo peso sul calcolo della rata della cosiddetta “Mini Imu”. Infatti, a pagare di più saranno i proprietari di prima casa che hanno residenza nelle tre grandi città del nord. A spendere di più saranno i milanesi, seguiti dai cittadini di Genova e Torino. A sostenerlo lo studio della CGIA di Mestre secondo cui per un’abitazione di tipo civile, la categoria catastale è la A2, nel capoluogo lombardo la psesa per la Mini Imu sarà di 200 euro, a Torino di 152 euro e a Genova di 158 euro.

Per le abitazioni di categoria catastale A3, invece gli importi saranno più bassi, ma anche in questa condizione saranno i milanesi a spendere di più con 87 euro seguiti dagli abitanti di Siena con 84 euro e poi i genovesi che dovranno versare in media 83 euro. Mentre chi spenderà meno saranno i proprietari di case nella categoria A2 a Grosseto, 16 euro in A2 e 13 euro in A3, Varese dove si spenderanno 22 euro per le abiazioni classificate A2 e 16 per quelle classificate A3.

Nella Capitale la mini Imu sarò intorno ai 78 euro per le abitazioni di categoria A2 e 59 euro per la categoria A3 saranno 59, mentre Napoli chiederà ai cittadini 125 euro per le case A2 e 68 euro per le abitazioni A3. A Palermo l’imposta avrà un valore medio di 28 euro per le case A2 e 17 euro per le A3. La CGIA sottolianea come i calcoli si siano fatti a partire dalle rendite catastali delle abitazioni dei Comuni, considerando le abitazione classificate come A2 e A3 che rappresentano oltre il 70 per cento del totale delle prime case in tutto il Paese.

Sono 23 i Comuni che hanno portato l’aliquota al 6 per mille, mentre in totale sono stati 48 i Comuni italiani ad alzare il valore dell’aliquota.  “I proprietari  hanno la percezione, anche a seguito del forte calo del valore economico registrato dagli immobili in questi ultimi anni – segnala Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia -, che la prima casa non costituisca più quel bene rifugio che da sempre ha caratterizzato la principale modalità di risparmio di moltissime famiglie italiane. Per molti la casa è diventata addirittura un incubo, perché tra Imu, Tasi, Tares e maggiorazioni varie si è chiamati a pagare sempre di più senza avere nulla in cambio”.

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