Stipendi ai regionali ancora bloccati, si allungano i tempi | Crocetta: “No a degenerazioni di piazza”

di Redazione

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Stipendi ai regionali ancora bloccati, si allungano i tempi | Crocetta: “No a degenerazioni di piazza”

| mercoledì 29 Gennaio 2014 - 14:08

Si annunciano ancora più lunghi del previsto i tempi per il pagamento degli stipendi ai 18 mila dipendenti della Regione siciliana e degli assegni ai 12 mila pensionati oltre che per il personale dell’Assemblea e i 90 deputati. Oggi la manovra finanziaria, senza le parti impugnate, non è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale in edizione straordinaria come annunciato dal governatore Rosario Crocetta. Gli uffici della Gazzetta spiegano all’Ansa di non avere ricevuto gli atti, che sarebbero ancora al vaglio dell’amministrazione regionale.

“Non è possibile stabilire la tempistica – sottolineano dall’ufficio responsabile della Gazzetta ufficiale – Non appena riceveremo la documentazione lavoreremo giorno e notte per provvedere alla pubblicazione in tempi rapidi”.

Dopo l’impugnativa del commissario dello Stato dei due terzi della manovra, gli uffici della Ragioneria generale si sono messi al lavoro per assembleare il testo promulgato con un ordine del giorno approvato dall’Assemblea regionale senza le parti ‘cassate’ dal prefetto Carmelo Aronica.

Di regola leggi, circolari e decreti vengono pubblicati nella Gazzetta della Regione siciliana ogni venerdì o in edizione straordinaria su disposizione della Presidenza della Regione. Oltre a stipendi e pensioni, la mancata pubblicazione del bilancio sta creando disagi nella gestione della macchina amministrativa.

Prima di pubblicare in Gazzetta ufficiale la manovra finanziaria e dunque pagare gli stipendi, il governo vuol chiudere l’accordo con lo Stato per sbloccare in tutto o in parte i 558 milioni di euro spostati in un fondo indisponibile per l’impugnativa del prefetto Carmelo Aronica di gran parte della legge di stabilità.7

Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha lanciato un appello “a tutti i lavoratori e alle famiglie” perché mantengano “un atteggiamento responsabile per evitare che possano esserci degenerazioni che possano compromettere l’ordine pubblico, riconoscendo il diritto alla libera manifestazione di pensiero escludendo però episodi di rabbia e violenza”.

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