Anche Papa Francesco ricorda il martirio di Sant’Agata

di Redazione

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Anche Papa Francesco ricorda il martirio di Sant’Agata

| mercoledì 05 Febbraio 2014 - 16:26

Al termine dell’udienza generale il Papa ha ricordato che la Chiesa celebra oggi la memoria liturgica di San’Agata, con queste parole: “Oggi celebriamo la memoria di Sant’Agata, vergine e martire. La sua virtù eroica stimoli voi, cari giovani, in particolare gli studenti delle Scuole della Congregazione di San Giovanni Battista. Aiuti voi a comprendere l’importanza della purezza e della verginità; aiuti voi, cari ammalati, ad accettare la croce in spirituale unione con il cuore di Cristo; e incoraggi voi, cari sposi novelli, a comprendere il ruolo della donna nella vostra vita familiare”.

La Liturgia delle Ore – pubblicata sul sito Radio Vaticana – propone oggi questo testo dell’Ufficio delle Letture su Sant’Agata, che subì il martirio probabilmente a Catania al tempo dell’imperatore romano Decio, secondo la tradizione il 5 febbraio 251.

Dal “Discorso su Sant’Agata” di San Metodio Siculo, vescovo: “La commemorazione annuale di sant’Agata ci ha qui radunati perché rendessimo onore a una martire, che è sì antica, ma anche di oggi. Sembra infatti che anche oggi vinca il suo combattimento perché tutti i giorni viene come coronata e decorata di manifestazioni della grazia divina. Sant’Agata è nata dal Verbo del Dio immortale e dall’unico suo Figlio, morto come uomo per noi. Dice infatti san Giovanni: «A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio» (Gv 1, 12). Agata, la nostra santa, che ci ha invitati al religioso banchetto, è la sposa di Cristo. È la vergine che ha imporporato le sue labbra del sangue dell’Agnello e ha nutrito il suo spirito con la meditazione sulla morte del suo amante divino. La stola della santa porta i colori del sangue di Cristo, ma anche quelli della verginità. Quella di sant’Agata, così, diviene una testimonianza di una eloquenza inesauribile per tutte le generazioni seguenti. Sant’Agata è veramente buona, perché essendo di Dio, si trova dalla parte del suo Sposo per ren­derci partecipi di quel bene, di cui il suo nome porta il valore e il significato: Agata (cioè buona) a noi data in dono dalla stessa sorgente della bontà, Dio. Infatti cos’è più benefico del sommo bene? E chi potrebbe trovare qualcosa degno di essere maggiormente celebrato con lodi del bene? Ora Agata significa «Buona». La sua bontà corrisponde così bene al nome e alla realtà. Agata, che per le sue magnifiche gesta porta un glorioso nome e nello stesso nome ci fa vedere le gloriose gesta da lei compiute. Agata, ci attrae persino con il proprio nome, perché tutti volentieri le vadano incontro ed è di insegnamento con il suo esempio, perché tutti, senza sosta, gareggino fra di loro per conseguire il vero bene, che è Dio solo”.

Anche a Catania, dove sono in corso i festeggiamenti in onore della concittadina Patrona, il cardinale Angelo Bagnasco ha ricordato al figura della giovane Santuzza e rivolendosi proprio ai ragazzi li ha esortati a mostrarsi forti per essere pionieri del cambiamento sull’esempio di Agata.

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