Palermo, chiuso per cinque giorni il Baretto di via XX Settembre | “Il nostro gazebo era in regola, il Comune non ci fa lavorare” /FOTO

di Domenico Giardina

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Palermo, chiuso per cinque giorni il Baretto di via XX Settembre | “Il nostro gazebo era in regola, il Comune non ci fa lavorare” /FOTO

| lunedì 14 Aprile 2014 - 10:15

È scattato oggi il primo dei cinque giorni di chiusura comminati al Baretto di via XX Settembre a Palermo. La proprietaria, Agata Benenato, sta smontando il gazebo così come richiesto dal Comune ma allo stesso tempo sta inscenando una protesta silenziosa contro un provvedimento che ritiene ingiusto.

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“Il Comune di Palermo non può impedirmi di lavorare – spiega – dopo che io ho sempre fatto tutto il possibile per essere in regola e rispettare le norme. La chiusura dell’attività per cinque giorni è un provvedimento troppo pesante che ci penalizza proprio a ridosso delle festività pasquali. In questo modo non si crea lavoro a Palermo, si fa l’esatto contrario”.

Agata Benenato ha piazzato uno striscione proprio accanto all’entrata del bar sul quale ha vergato di proprio pugno la sua rabbia verso l’amministrazione comunale. Nessuno viene risparmiato: dal sindaco, Leoluca Orlando, al presidente di Confcommercio, Roberto Helg. L’unica eccezione è rappresentata da Nunzio Reina, presidente di Confartigianato. “Ci siamo sentiti abbandonati da tutti i nostri rappresentanti, politici e di categoria. Noi abbiamo sempre rispettato le norme e ci siamo sempre adeguati a ciò che il Comune ci chiedeva. Il nostro gazebo era perfettamente in regola, abbiamo seguito tutti gli standard richiesti ma da un giorno all’altro il Comune ha deciso che i gazebo non andavano più bene”.

Il Baretto ha chiesto una proroga ma senza successo: “Hanno deciso che chiusura doveva essere e tale è stata. Oltre alla multa di 500 euro adesso mi trovo nelle condizioni di non poter avere introiti. Se poi consideriamo che il gazebo ci garantiva il 30 per cento delle entrate, questa decisione dell’amministrazione può diventare devastante per un’attività come la nostra che, vorrei ricordarlo, muove tanto anche a livello di indotto”.

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