Gomorra, arriva la fiction su Sky Atlantic /VIDEO | Saviano: “La serie non è l’ufficio stampa del male”

di Redazione

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Gomorra, arriva la fiction su Sky Atlantic /VIDEO | Saviano: “La serie non è l’ufficio stampa del male”

| martedì 29 Aprile 2014 - 19:42

Ancora una settimana di attesa e poi dal 6 maggio su Sky Atlantic HD alle 21,10 debutterà con doppio episodio (in contemporanea su Sky Cinema 1 HD) “Gomorra – la serie”, kolossal tv in 12 episodi da un’ora che Sky ha realizzato con Cattleya e Fandango, e in collaborazione con La7 e in associazione con Beta Film.

Dopo l’avvio, la serie proseguirà con un episodio tutti i martedì alle 21,10 su Sky Atlantic HD. Oltre 30 settimane di riprese, un cast di attori legati al territorio, 3 registi per una grande produzione internazionale venduta in 40 Paesi nel mondo, tra cui Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Scandinavi, America Latina e tutto il Nord America, prima ancora del suo debutto televisivo. Roberto Saviano ha partecipato all’elaborazione del soggetto di serie.

Una cosa su tutte avrebbe chiesto Saviano durante la realizzazione della fiction: “La garanzia – ha risposto lo scrittore – che ho chiesto agli sceneggiatori e allo stesso Sollima è stata soltanto una: noi raccontiamo i meccanismi della reltà, non la semplifichiamo, non la traduciamo neanche. Non indichiamo soluzioni. Noi dobbiamo raccontare. La garanzia che ho chiesto è stata soltanto questa. Dal momento in cui si è deciso di stare dentro questo metodo – ovvero raccontare la ferocia ma allo stesso tempo la stupidità, non rendendo nulla etico, ma neanche temendo di mostrare qualcosa che in qualche modo attrae – dal momento in cui ho capito che questa era anche la volontà dei produttori, degli sceneggiatori e del regista, ho riconosciuto il mio progetto”. Saviano ha fatto notare che era importante girare a Scampia e non in altri luoghi perché Scampia è protagonista, è un attore, non è una quinta che puoi ricostruire, è il dna della serie”.

Ma non mancano, ancora prima della messa in onda, le polemica su un senso di “emulazione” che la fiction potrebbe suscitare. A queste ha risposto lo scrittore Roberto Saviano in conferenza stampa:  “Credo che guardare Gomorra e poi emulare le gesta dei personaggi sia profondamente improbabile. Ma per una ragione: quei fatti già avvengono. Guardare alle serie televisive come a un ufficio stampa del male è uno sguardo un po’ superficiale. Possono al massimo dare spunti a chi ha scelto di essere un criminale. Si torna sempre al punto di partenza: alla realtà che ha fatto fare una scelta del genere. Il film non può mai essere un’educazione al crimine. La realtà è già oltre, non è la fiction che può indurre qualcuno a intraprendere la strada del crimine nella vita. La materia su cui intervenire è quella realtà, non il film che la racconta. In ‘Gomorra – La Serie’ noi raccontiamo la realtà così com’è. È la nostra finzione perché ovviamente la serie è una finzione, fatta da attori. Non è un documentario”.

Il primo ciak è stato battuto nel marzo 2013, per la regia di Stefano Sollima (regista della serie cult Romanzo Criminale), che cura anche la supervisione artistica. Dietro la macchina da presa anche Francesca Comencini e Claudio Cupellini. Nel cast attori esordienti che si mischiano ad attori professionisti: Marco D’Amore, Fortunato Cerlino, Maria Pia Calzone, Salvatore Esposito, Marco Palvetti, Domenico Balsamo e tanti altri.

Il progetto televisivo parte da una storia del tutto originale, un monumentale arco narrativo che racconta il destino di due grandi famiglie, i Savastano ei Conte. L’affresco di una realtà nella quale i valori seguono spesso logiche perverse, dettate dall’istinto di sopravvivenza. Ma non solo logiche criminali, perché nella serie trovano spazio anche le dinamiche e i legami familiari tipici della grande saga televisiva. Una struttura narrativa da lunga serialità, che iscrive idealmente “Gomorra – La Serie” nel novero dei grandi racconti contemporanei.

Da un lato, un potente clan e i complessi meccanismi che regolano la gestione e il mantenimento di un impero camorristico, partendo dall’ordinario esercizio del potere, passando per l’ideazione di nuove strategie di ampliamento, fino ad arrivare alla guerra armata, strumento ultimo di affermazione. Dall’altro, figure grandi e piccole che la Camorra la combattono e che, con gesti che vanno dall’eroismo quotidiano all’affermazione della legalità, lavorano incessantemente per contrastare e smontare un “sistema” che è solo foriero di morte.

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